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Risveglio

2 agosto 2006

 

Ognuno è libero di percorrere il cammino che più gli aggrada purché ne abbia consapevolezza. Quando questa manca non si è in cammino, ci si lascia vivere soltanto.

Vivere la vita è la ragione per la quale si viene sulla Terra come uomini. La qualità della vita dipende da ciò che si deve fare.

Quando si è nella inconsapevolezza di sé tutto dipende dalla casualità e la causalità viene vista come matrice rispetto alla vita che si conduce; ammesso che ci si interroghi sulla causalità.

Riuscire a distinguere che ci si trova sulla Terra per svolgere compiti inerenti ad un cammino da percorrere che non si esaurisce con la morte fisica sposta la propria consapevolezza su un piano della esistenza diverso rispetto a quello in cui si opera; perché da soli ci si può immettere dove si decide cosa effettivamente si vuole fare lasciandosi alle spalle anche la stessa causalità. Il ché è un risveglio propedeutico ad una rinascita. Rinascita, nella carne, che partorisce l’uomo nuovo, l’essere capace di adempiere al compito per il quale ha deciso di reincarnarsi mentre è già vivo sulla Terra.

 

 

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