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Esterrefatti

 

6 marzo 2007

Rimanere esterrefatti per quel che succede è sminuirne la portata. Restare allibiti da tanto chiarore è come considerare un paesaggio di sogno fantastico sapendosi svegli. Riuscire ad adeguarsi a ciò che il nuovo ciclo mette in moto è oltrepassare il reale per addentrarsi dove lo stesso prende forma e consistenza.
 
Tutto sembra essere ben consolidato nella sua struttura fisica e difficilmente si può ipotizzare che possa essere parziale manifestazione di un universo nascosto ai sensi che non sanno percepirlo. L’universo fisico è destinato a modificarsi in virtù del ricettore, l'uomo, che può vederlo e considerarlo diversamente. Deve farlo perché, cambiando i suoi attributi, venendosi a modificare, non può ignorare ciò che vede.
 
La vista dunque diventa diversa ed è possibile scrutare così vicino da sembrare inverosimile come prima potessero sfuggire simili evidenze. Ma è la luce che cambia e modificandosi modifica tutto; ad ogni livello perché tutto è riverbero della luce.
Luce che si modifica a seguito e per conseguenza di una diversa disposizione del sistema solare nella galassia. Luce che permeando l’universo lo rende immediatamente conforme a schemi di natura eterico spaziale.
 
Doversi soffermare sull’eterico è un obbligo. Diventa una necessità imprescindibile dall’essere uomo il quale scrutandovi deve considerare tutto sulla base di una struttura diversa fondata sulla osservazione dell’infinitesimamente piccolo che ha la capacità di modellare il grande rendendolo idoneo agli scopi che deve dimostrare. Eterico dunque come piano che inglobandosi fisicamente in quello fisico fa assumere connotati diversi; tali che la struttura fisica, uomo compreso, debba rivalutare per intero la sua condizione. Rivalutare poiché cambiando il modo di percepire la realtà diventa necessario collocarla dove è giusto che sia: nello infinitesimamente piccolo che solo per conseguenza genera ciò che ogni dimensione coglie in base ed in funzione della sua struttura.
 
Quando si tratta di trarre deduzioni queste possono derivare da dati certi o da supposizioni.
La supposizione molto spesso è causata da una osservazione limitata perché limitati nella esplorazione di una certa realtà. Posare lo sguardo sulla stessa e considerarne forma e struttura fa venire meno la supposizione in quanto ci si può riferire a dati certi. A seguito della diversa considerazione del piano eterico che, divenendo evidente, non potrà più dare adito a supposizioni, si potrà e si dovrà considerare la realtà anche nella sua struttura più sottile che, unificata a quella fisica, darà corpo appunto alla nuova realtà.
 
Poiché sul piano eterico esistono solo ipotesi, è evidente che “materializzandosi” ci saranno non soltanto ripensamenti sul suo conto ma si dovranno affrontare evidenze capaci di ribaltare teoremi basati sulla supposizione che la realtà sottile possa avere certe caratteristiche.
Aspetto di per sé importante questo, non è però quello di fondo; perché questa è la considerazione lucida di una evidenza che non tiene però conto dell’aspetto psichico dello osservatore. Osservatore che privato delle sue radicate certezze non è detto sia capace di restare neutro nella osservazione per capire di più e concepire meglio.
Fatto sta che la preparazione come sempre avviene sul campo; solo così del resto la coscienza fa esperienza maturando consapevoli certezze.
 
Fondamentale l’opera dei pionieri, di chi sapendo vedere e conoscendo ciò che avviene sarà senz’altro utile a quanti vorranno cercare vie diverse per adattarsi al nuovo senza ostacolarne il flusso rifiutandolo.
 
Così come comunque non serve a niente ostacolare, cercare di ostacolare rifiutando le evidenze, parimenti non serve a niente cercare di informare chi ancora all’oscuro non potrà che trarre deduzioni poco favorevoli sulla integrità mentale di chi vorrebbe propinargli simili idee anche solo a livello di possibilità.
 
Il punto però è l’eterico: di cosa è fatto e come è strutturato; chi lo compone e che realtà esprime. Perché anche l’eterico avrà il suo bel da fare per adeguarsi al nuovo: perché se il fisico evolve inglobando l’eterico, l’eterico scompare. E questo comporta, da parte dell’eterico, dovere apprendere in fretta a vivere nella struttura fisica migliorandola ma dovendo rinunciare a tutto ciò che a livello di pensiero era realtà certa.
Un po’ come dovere affrontare la vita terrena partendo da un piano dove tutto sembra possibile perché esenti da vincoli fisici i quali invece, facendo stazionare dove sono necessari, obbligano anche a sottostare a quanto la struttura stessa impone e presuppone.
 
Questa fusione in effetti altro non è che reciproco riconoscimento di piani di coscienza diversi che sfociano nell’abbraccio in quanto consapevoli di essere essi stessi la stessa cosa con proiezioni diverse rispetto a ciò che la luce esprime quando viaggia nello spazio; di essere la stessa cosa e con ancora proiezioni diverse quando la luce viaggia nello spazio interiore; di essere la stessa cosa quando una luce diversa viene a filtrare la realtà fisica consentendo reciproco riconoscimento alla realtà fisica nei confronti di quella eterica e viceversa.