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In ognuno

26 novembre 2007



In ognuno esiste una realtà recondita dove si cela la ragione della vita stessa.
Questa realtà fa parte di un diverso tipo di vita, quella che oltre l'apparato fisico si sviluppa a livello animico.
L'anima è la parte di sé che non muore e che non nata anima (per l'appunto) la vita fisica (l'uomo) nella misura in cui intende portare avanti una esperienza. Esperienza però che una volta iniziata diventa autonoma. Nel senso che, dato il necessario per far sì che l'esperienza abbia luogo, l'uomo diventa il responsabile della sua vita in quanto ha facoltà di scelta. Le sue azioni sono libere da impedimenti fermo restando l'ambito in cui devono svolgersi ed il fine che l'anima ha ipotizzato. Fine non noto all'uomo proprio perché deve essere libero di potere agire verso quello che lui crede sia il fine, anche se spesso non è coincidente con il presupposto per il quale è stato fornito il bagaglio di partenza.


Il fine dell'anima in fondo è sempre lo stesso, fare in modo che l'uomo in maniera autonoma ed indipendente riesca a districarsi nella terrenità fino a considerare che c'è un fine più profondo da attuare: incarnare la propria anima. Attuando così il fine stesso dell'anima che prevede la sua presenza attiva nella fisicità attraverso l'uomo che ne consente ed edifica la realizzazione.


Il fine dell'anima dunque è riuscire (attraverso l'uomo che sta animando e che ha munito della necessaria energia per far sì che autonomamente viva la sua vita in terra) ad emergere richiamata proprio dall'uomo che concepitane la presenza la evoca in quanto sua essenza.
Da qui, quando accade, inizia un nuovo programma. Nuovo perché l'intento da realizzare diventa comune. L'uomo infatti, quando avviene questa trasformazione, diventa la sua stessa anima e può di conseguenza agire per realizzare ciò che è utile alla collettività.


I tempi attuali hanno come presupposto che sempre più anime (nel senso di uomini che hanno concepito e realizzato l'identificazione col loro essere profondo ed immortale, l'anima per l'appunto) presenzino fisicamente al processo di trasformazione evolutiva della specie proprio attraverso questo tipo di “innesto” che rende a sua volta l'uomo capace di permanere dove non è possibile coi soli attributi fisici.
La fisicità è una componente della materia, della spiritualizzazione della materia, che proprio attraverso tale innesto eleva le sue vibrazioni in profondità della esistenza dove la vita è possibile in modo diverso da quella che normalmente l'uomo concepisce. Vita al servizio della vita stessa per far sì che ogni cosa abbia a realizzare coscienza di essere immortale ed eterna.


Il piano umano proiettato verso l'ottenimento della immortalità cerca di raggiungerla affidandosi alla trascendenza; saltando di fatto un gradino essenziale, il ricongiungimento con chi è immortale. E questo comporta il fallimento; costringe a tornare sempre ed ancora a riprovare con continue esperienze per far sì che in tanti abbiano a realizzare l'unificazione rendendo la materia edotta di questa sua possibilità.


Quando l'ostacolo viene superato, quando quindi si evita il salto e si apre il passaggio, allora l'uomo diventa un essere diverso. Identificato nel suo essere immortale lo diventa. E può preoccuparsi di operare per la elargizione del bene comune, la generalizzazione della immortalità per progredire verso un cammino ancora più profondo: l'identificazione con chi per essere non ha bisogno di esistere.

In ognuno

26 novembre 2007



In ognuno esiste una realtà recondita dove si cela la ragione della vita stessa.
Questa realtà fa parte di un diverso tipo di vita, quella che oltre l'apparato fisico si sviluppa a livello animico.
L'anima è la parte di sé che non muore e che non nata anima (per l'appunto) la vita fisica (l'uomo) nella misura in cui intende portare avanti una esperienza. Esperienza però che una volta iniziata diventa autonoma. Nel senso che, dato il necessario per far sì che l'esperienza abbia luogo, l'uomo diventa il responsabile della sua vita in quanto ha facoltà di scelta. Le sue azioni sono libere da impedimenti fermo restando l'ambito in cui devono svolgersi ed il fine che l'anima ha ipotizzato. Fine non noto all'uomo proprio perché deve essere libero di potere agire verso quello che lui crede sia il fine, anche se spesso non è coincidente con il presupposto per il quale è stato fornito il bagaglio di partenza.


Il fine dell'anima in fondo è sempre lo stesso, fare in modo che l'uomo in maniera autonoma ed indipendente riesca a districarsi nella terrenità fino a considerare che c'è un fine più profondo da attuare: incarnare la propria anima. Attuando così il fine stesso dell'anima che prevede la sua presenza attiva nella fisicità attraverso l'uomo che ne consente ed edifica la realizzazione.


Il fine dell'anima dunque è riuscire (attraverso l'uomo che sta animando e che ha munito della necessaria energia per far sì che autonomamente viva la sua vita in terra) ad emergere richiamata proprio dall'uomo che concepitane la presenza la evoca in quanto sua essenza.
Da qui, quando accade, inizia un nuovo programma. Nuovo perché l'intento da realizzare diventa comune. L'uomo infatti, quando avviene questa trasformazione, diventa la sua stessa anima e può di conseguenza agire per realizzare ciò che è utile alla collettività.


I tempi attuali hanno come presupposto che sempre più anime (nel senso di uomini che hanno concepito e realizzato l'identificazione col loro essere profondo ed immortale, l'anima per l'appunto) presenzino fisicamente al processo di trasformazione evolutiva della specie proprio attraverso questo tipo di “innesto” che rende a sua volta l'uomo capace di permanere dove non è possibile coi soli attributi fisici.
La fisicità è una componente della materia, della spiritualizzazione della materia, che proprio attraverso tale innesto eleva le sue vibrazioni in profondità della esistenza dove la vita è possibile in modo diverso da quella che normalmente l'uomo concepisce. Vita al servizio della vita stessa per far sì che ogni cosa abbia a realizzare coscienza di essere immortale ed eterna.


Il piano umano proiettato verso l'ottenimento della immortalità cerca di raggiungerla affidandosi alla trascendenza; saltando di fatto un gradino essenziale, il ricongiungimento con chi è immortale. E questo comporta il fallimento; costringe a tornare sempre ed ancora a riprovare con continue esperienze per far sì che in tanti abbiano a realizzare l'unificazione rendendo la materia edotta di questa sua possibilità.


Quando l'ostacolo viene superato, quando quindi si evita il salto e si apre il passaggio, allora l'uomo diventa un essere diverso. Identificato nel suo essere immortale lo diventa. E può preoccuparsi di operare per la elargizione del bene comune, la generalizzazione della immortalità per progredire verso un cammino ancora più profondo: l'identificazione con chi per essere non ha bisogno di esistere.

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26 novembre 2007



In ognuno esiste una realtà recondita dove si cela la ragione della vita stessa.
Questa realtà fa parte di un diverso tipo di vita, quella che oltre l'apparato fisico si sviluppa a livello animico.
L'anima è la parte di sé che non muore e che non nata anima (per l'appunto) la vita fisica (l'uomo) nella misura in cui intende portare avanti una esperienza. Esperienza però che una volta iniziata diventa autonoma. Nel senso che, dato il necessario per far sì che l'esperienza abbia luogo, l'uomo diventa il responsabile della sua vita in quanto ha facoltà di scelta. Le sue azioni sono libere da impedimenti fermo restando l'ambito in cui devono svolgersi ed il fine che l'anima ha ipotizzato. Fine non noto all'uomo proprio perché deve essere libero di potere agire verso quello che lui crede sia il fine, anche se spesso non è coincidente con il presupposto per il quale è stato fornito il bagaglio di partenza.


Il fine dell'anima in fondo è sempre lo stesso, fare in modo che l'uomo in maniera autonoma ed indipendente riesca a districarsi nella terrenità fino a considerare che c'è un fine più profondo da attuare: incarnare la propria anima. Attuando così il fine stesso dell'anima che prevede la sua presenza attiva nella fisicità attraverso l'uomo che ne consente ed edifica la realizzazione.


Il fine dell'anima dunque è riuscire (attraverso l'uomo che sta animando e che ha munito della necessaria energia per far sì che autonomamente viva la sua vita in terra) ad emergere richiamata proprio dall'uomo che concepitane la presenza la evoca in quanto sua essenza.
Da qui, quando accade, inizia un nuovo programma. Nuovo perché l'intento da realizzare diventa comune. L'uomo infatti, quando avviene questa trasformazione, diventa la sua stessa anima e può di conseguenza agire per realizzare ciò che è utile alla collettività.


I tempi attuali hanno come presupposto che sempre più anime (nel senso di uomini che hanno concepito e realizzato l'identificazione col loro essere profondo ed immortale, l'anima per l'appunto) presenzino fisicamente al processo di trasformazione evolutiva della specie proprio attraverso questo tipo di “innesto” che rende a sua volta l'uomo capace di permanere dove non è possibile coi soli attributi fisici.
La fisicità è una componente della materia, della spiritualizzazione della materia, che proprio attraverso tale innesto eleva le sue vibrazioni in profondità della esistenza dove la vita è possibile in modo diverso da quella che normalmente l'uomo concepisce. Vita al servizio della vita stessa per far sì che ogni cosa abbia a realizzare coscienza di essere immortale ed eterna.


Il piano umano proiettato verso l'ottenimento della immortalità cerca di raggiungerla affidandosi alla trascendenza; saltando di fatto un gradino essenziale, il ricongiungimento con chi è immortale. E questo comporta il fallimento; costringe a tornare sempre ed ancora a riprovare con continue esperienze per far sì che in tanti abbiano a realizzare l'unificazione rendendo la materia edotta di questa sua possibilità.


Quando l'ostacolo viene superato, quando quindi si evita il salto e si apre il passaggio, allora l'uomo diventa un essere diverso. Identificato nel suo essere immortale lo diventa. E può preoccuparsi di operare per la elargizione del bene comune, la generalizzazione della immortalità per progredire verso un cammino ancora più profondo: l'identificazione con chi per essere non ha bisogno di esistere.



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