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Istantaneità

27 giugno 2007




Permettere alla propria anima di emergere segna un passaggio fondamentale: ci si è spostati di coscienza; come tipo di coscienza. Si è (entrati) in una dinamica dove causa ed effetto perdono valore ed invece conta quel che si va ad edificare perché fa parte di una realtà che, nuova, gode del supporto di chi è in grado di agire senza commettere errori poiché nella piena consapevolezza di sé.


Questo attributo, la consapevolezza, è un'arte che si conquista; una valore essenziale che consente alla vita di esprimersi senza intoppi di carattere generale che sarebbero nocivi alla vita stessa.


La consapevolezza segna un passaggio: si è (entrati) in un mondo nuovo dove il dubbio non sussiste. Si è tutt'uno con l'azione che è anche intenzione; manca il tempo che può dare agio allo spazio di esistere; il tempo è fuso con lo spazio e la percorrenza istantanea.


Abituati a cogliere tutto come proiezione, non è per niente semplice rendersi conto della istantaneità; di ciò che concepito avviene già, anche se nella realtà fisica ha bisogno di spazio e tempo per manifestarsi (perché questi non sono sullo stesso piano, non sono ancora unificati né per concetto né per sintesi).


Cogliere l'istantaneità è entrare in un mondo nuovo. Nulla è uguale al conosciuto sperimentato, le regole non sono le stesse e per certi versi non si può nemmeno parlare di regole, tutto si regge su se stesso. Nel senso che ogni cosa è completa, praticamente adattabile a tutto senza dover apportare modifiche o accorgimenti. In pratica ciò che occorre esiste istantaneamente già compreso nell'atto del pensiero; in automatico viene creata la struttura che fa da sostegno all'azione che si compie.


Del resto se così non fosse non si potrebbe parlare di istantaneità, visto che l'idea o il pensiero non sono assoggettati al tempo che deve esprimerli come atto concreto avendo bisogno sia dello spazio sia di ciò che necessita.


Quando cambiano i parametri la realtà è diversa. È vera e reale nella condizione che la esprime e può (essere racchiusa o) racchiudere realtà per nulla attinenti alla conformazione che si conosce e si reputa sia quella corretta. La sperimentazione in piani più sottili della esistenza ne è prova evidente: le regole che valgono sul piano fisico non riescono a far penetrare dove occorre una diversa costituzione.


Nella istantaneità, dato per scontato l'uomo, non c'è bisogno di doverlo formare in ogni sua parte o peggio in base ad etnie o razze, è automatico che sia già completo ed adattabile ad ogni condizione. È istantaneo che un uomo che vive nei ghiacciai abbia requisiti idonei, così come l'uomo che vive dove il caldo è insopportabile. Non c'è da modificare, ogni cosa è al posto giusto e correttamente inserita nell'habitat dove risiede (anche quando sembra che si sia ai limiti estremi della sopportazione sia fisica che psichica).


Ma proprio sullo psichico, sull'uomo psichico, ci sono da fare delle considerazioni. Perché la sua struttura fa da interfaccia tra fisico ed animico rendendo compatibile un contatto altrimenti impossibile. Un po' come passare dal solido all'essenziale e viceversa attraverso uno strato incorporeo che ha però in sé caratteristiche utili ad entrambi pur non essendo né l'uno né l'altro. Avendo anzi bisogno dell'uno e dell'altro per essere.


Lo stato psichico è un sistema che va oltre la fisicità, ed adopera essenzialità dell'animico per esprimersi. Quasi un allenamento per prendere coscienza e capacità di ciò che è possibile fare a livello di immediatezza senza comunque mai perdere del tutto il contatto con lo stato fisico verso il quale ha propensione e riferimento a livello di esperienze possibili.


Lo stato psichico è l'involucro adatto per muoversi senza ostacoli fisici ma non è ancora in grado di adoperare o usufruire della istantaneità; anche se è strada utile per approcciarla.


Lo stato psichico è insito nell'uomo che quasi sempre lo subisce; rappresenta infatti una incognita da risolvere per capire chi si è e come si è fatti. Se vogliamo è l'intermediario tra anima e coscienza, lasciando da parte la mente in quanto strumento che può essere adoperato sia dalla coscienza sia dall'anima (e si tratta di due modi diversi di adoperare la mente) ma non dallo stato psichico che agisce a livello emozionale ed istintivo.



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