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Nessuno dorme

 

10 gennaio 2007


La notte nessuno dorme più, si lavora. E resta il ricordo!

Riappropriarsi della continuità della vita, prendendo atto delle caratteristiche che la contraddistinguono nelle sue fasi e senza confonderle tra di loro, è un svolta epocale. Consente infatti di spingersi oltre la sola forma fisica ed addentrarsi dove la realtà si manifesta in maniera differente.
Per potere però avere un significato occorre tracciare una linea da seguire; occorre cioè per prima cosa rendersi conto che dormire significa entrare in una condizione diversa, in dimensioni diverse. Occorre pertanto capire che se la coscienza si sposta in dimensioni diverse dell'essere, dove ciò che accade non è connesso alla fisicità (ed infatti non permane il ricordo della esperienza una volta rientrati nella vigilità fisica), la coscienza è uno strumento idoneo a tali spostamenti; un involucro che consente di accedere dove la fisicità non è prevista (anche se non è del tutto così; perché anche la fisicità risente, nei suoi limiti e con i suoi parametri, dei viaggi che la coscienza compie durante il sonno nei mondi paralleli). Un involucro che serve tanto all'uomo quanto all'anima per sperimentare la vita a profondità della manifestazione dove non è nemmeno ipotizzabile possedere un corpo perché per nulla necessario. (Certamente partendo dall'ottica umana dove per vivere bisogna essere incarnati è invece del tutto naturale, anzi obbligatorio, avere un corpo; sinonimo stesso di vita)


A questo punto però, avendo dato alla coscienza il connotato di corpo (pur se con caratteristiche molto particolari tra cui la registrazione del succo delle esperienze vissute a qualunque livello dimensionale), di involucro atto a tali spostamenti, bisogna considerare chi viaggia; chi fa l'esperienza.


Ecco che allora la coscienza può ben essere un sistema di comunicazioni complesso. Tarata per osservare e recepire la realtà, lo fa a più livelli dovendo in ognuno considerare e sperimentare il senso dell'Amore legato all'ambiente.


Evidente quindi che la corrispondenza tra percezione ed ambiente venga a generare attaccamenti che esprimono uno stato d'essere: quello della forma che proprio in funzione di ciò concepisce di essere. L'esistenza per un gatto ha valore e fini diversi rispetto all'uomo che esprime il senso dell'Amore in maniera consapevole; come pure rispetto a tutto ciò che risiedendo a profondità diverse esprime la vita in funzione di necessità che possono ben essere unicamente altruistiche perché tale è lo sviluppo nei confronti dell'Amore.


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