F M O O

fmoo@ottavaora.it

 

 

indietro

Apri formato stampabile

 

home

 

Oltre il limite

1 ottobre 2007




Riuscire a cogliere il senso della vita ad un livello più profondo rispetto a quello determinato dalla morte innalza la coscienza oltre il limite della predestinazione. Predestinato a morte certa l'uomo si salva nel momento in cui fa suo uno stato d'essere che lo pone al di là della configurazione che fa della morte il limite alla vita.
Questo stato, la cui natura sfugge quando non si è ancora pronti a recepirlo, pone nella immortalità. E cioè dove la vita non subisce interruzioni; nemmeno quando una parte di sé, di chi si è, conduce una esperienza di natura fisica per capacitarsi di difficoltà altrimenti soltanto ipotizzabili. Parte che, a guisa di pensiero, vive apparente vita propria perché ignora d'essere già unita con chi animandola non la abbandona ma la trattiene a sé attraverso un filo sottile, etereo, che consente l'intimo dialogo e la rielaborazione del tracciato esperienziale se le condizioni lo consentono.


Questa rielaborazione è possibile allorché la parte, resasi conto di chi è e quale è il suo compito, può percepire la realtà che la immette dove risiede il suo essere superiore rispetto a lei ed immortale. Capacità questa che dipende da un cammino di ascesa condotto nella carne per risorgere in Terra a nuova vita appropriandosi di ciò che appartiene già ma ad un livello più profondo della esistenza.



inizio pagina