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Un uomo nuovo

17 aprile 2007




Per formare un uomo nuovo occorre tempo; e tanta pazienza. Occorrono anche i presupposti affinché questo avvenga. L'uomo deve essere infatti nella predisposizione a voler diventare ciò che gli sfugge nella ordinarietà e, per questo, deve essere disponibile e disposto ad accettare i vari cambiamenti che si susseguono.
La pazienza del formatore non è cosa da poco. Occorre costanza e credere in ciò che sta facendo; come dire aver fiducia in se stessi in funzione della fiducia che si accorda a chi si pensa possa riuscire a diventare un uomo nuovo.


Uomo nuovo. C'è da capire cosa significa oggi e quale è il compito che va ad assumere una volta che lo diventa; quando cioè l'uomo diventa un uomo nuovo rinascendo a se stesso.


Il lavoro da svolgere non è da poco, specialmente se si hanno chiari gli obiettivi e le mire che riguardano il collettivo e non la singola persona.
Ovvio pertanto che il compito debba essere inerente a ciò che l'evoluzione attuale della Terra sta conseguendo: compito che non può che essere di preparazione nei confronti delle altrui coscienze. Quasi da prenderle per mano accompagnandole in una non facile transizione verso qualcosa che ignora anche chi, pur sulla via, non è ancora diventato un uomo nuovo.
Del resto sapere serve a poco se non si è nella consapevolezza della azione che si sta portando avanti. E tale consapevolezza (e non è il cane che rincorre la sua coda) è propria dell'uomo nuovo: di chi rinascendo si identifica in ciò che è già ad un livello molto profondo della coscienza diventandolo ora.


Ecco che allora, e solo allora, i conti tornano: si rinasce inTerra per conseguire un compito essendo nella capacità di farlo poiché uomo che ha in sé la forza e l'esperienza necessaria per riuscire. Riuscire che vuol dire raccogliere a sé chi ha voglia di partecipare ad un cambiamento che coinvolge la Terra nella edificazione di una nuova realtà basata su valori universali; Terra che, coinvolta in una azione di partecipazione a livello planetario, non può avere al suo interno lotte intestine che ne minano capacità e credibilità. Bisogna chiamare a sé chi con identico sentire coglie il nuovo flusso energetico che lo pervade aderendo al piano collettivo formatore di questa nuova realtà che, già cominciata, sempre più raccoglie consensi e partecipazione. Così da portare i più nella condizione del risveglio che consente di aderire o meno, ma in coscienza e consapevoli quindi della decisione, ad un passaggio coscenziale dimensionale trovandosi immessi in una realtà nuova, più profonda e con caratteristiche idenee a potervi presenziare per svolgere compiti; compiti in linea con tale nuova realtà che abbraccia non soltanto la Terra.


Per questo motivo chi si ritrova ora nella condizione di essere pioniere nell'opera è anche preposto ad assumere nell'immediato compiti gravosi. Non ancora del tutto nella consapevolezza di ciò che sta diventando, deve addirittura occuparsi di altri assumendosene la responsabilità. Nel senso che non è sufficiente informare, bisogna poi essere nella condizione di dare supporto a chi non è ancora autosufficiente.


Se vogliamo il lavoro maggiore viene fatto ora, quando ancora la trasformazione generale non è avvenuta; anche perché devono pur esserci individui che si prestano a questo tipo di collaborazione che vede la partecipazione di mondi diversi per riuscire nell'opera. Ma per questo, ben per questo, sarà sempre disponibile l'appoggio nei loro confronti affinché possano espletare al meglio il compito che è di loro pertinenza ed al quale sono preposti.


Il cammino procede veloce e sempre di più, questo, farà vedere chiaro chi veramente si è e cosa si può e bisogna fare.



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