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Vita

27 marzo 2007



Vita è divinità se si concepisce la funzione: che non muore. Vita è esame di sé attraverso vari passaggi che permettono di considerarla nei suoi aspetti fondamentali: esistenza, morte, immortalità, eternità.

 
Esistere è slancio verso il benessere passando attraverso la sofferenza per concepire che nulla viene regalato. Il benessere è conquista.
 
La sofferenza è un sottile vestito psicologico che si frappone tra chi lo indossa e la sua anima impedendo il rapporto diretto che rende immuni al dolore e fa considerare la morte come un passaggio necessario per una rinascita su un piano più profondo dell'esistenza. Un passaggio che da alla vita una più esatta collocazione: la pone nella sfera della immortalità dove per concepirla bisogna esserne capaci. Capaci di volontariamente morire a se stessi per rinascere attraversando lo strato impregnato di dolore e sofferenza che separa la vita dalla immortalità. E che la morte fisica da sola non riesce ad assolvere se prima non si concepisce che l'oltre non esiste ma è solo mancanza di capacità verso se stessi; verso quella parte di sé che resta oscurata alla vista, e come presenza, perchè risiede dove sarebbe normale cercarla visto che appartiene, dentro di sé.



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