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Dinamicità globale

1 aprile




Difficilmente si è centrati nel presente e questo non consente di cogliere chi si è in relazione al momento in cui si è. Quando sfugge la gradualità che il presente manifesta, un momento di transizione (come per esempio quello attuale) può apparire all'improvviso a dar prova di un avvenuto cambiamento. Quando si è radicati su certezze che si basano esclusivamente sulla fisicità tutto ciò che è oltre la stessa o non appare, o è nebuloso al punto di deformare quel che cela, o va a fare parte di una trascendenza che bisogna appurare per poter comprendere un po' meglio.
Fatto sta che si è totalmente fuori, non centrati, con il presente, con quel tempo particolare e diverso dove la dinamicità è globale perché realtà unica.
Il non essere centrati però è un fatto spontaneo, relativo alla conformazione umana che risuona in aderenza con pulsazioni che la rendono tale. Ed in effetti, per cambiare frequenza, bisogna ricorrere a tecniche che immettono (momentaneamente e comunque gradualmente) in frequenze diverse attinenti a mondi diversi con stati d'essere diversi da quello che deriva dalla fisicità.

Possedere un corpo è prerogativa umana per essere il linea con l'ambiente dove vivendo si opera. Corpo relativo all'ambiente con in sé una coscienza più o meno sviluppata ma che comunque può esprimersi entro una certa fascia vibrazionale. Quando per qualche motivo la coscienza si ritrova su frequenze diverse rispetto a quelle dove normalmente opera, perde aderenza (per fortuna momentanea) con il corpo. Se la vibrazione del corpo cambia (perché si adegua a risonanze diverse senza poterne fare a meno in quanto subisce un evento) parimenti la coscienza perde aderenza con il corpo, se a sua volta non si adegua uniformandosi con ciò che evidentemente è un nuovo stato d'essere che non conosce ancora.
Tra corpo e coscienza deve esserci stabilità costante; o la coscienza ed il corpo diventano due cose diverse. Così come lo diventano quando la coscienza abbandona il corpo a causa della morte.

Corpo e coscienza esprimono una unità in fase di crescita, espansione e sperimentazione atta a dimostrare l'inscindibilità della materia dallo spirito dove la differenziazione è solo apparente, perché relativa a condensazioni energetiche che possono ben coesistere su appositi piani in modo simultaneo; e senza discostarsi tra di loro se non per apparente visione legata alla coscienza che manifesta il suo grado di capacità relativa.
Essere capaci è una funzione applicata ad una ben definita fascia d'onda, quando ci si discosta viene meno la capacità, la coscienza.
Quando la fascia d'onda cambia (perché obbligata a risuonare su frequenze diverse) o ci si adegua o si perde capacità. E quando succede che bisogna adeguarsi il problema maggiore è la coscienza che, radicata su certezze consolidate, interpreta come pericolo quel che non concepisce. La coscienza subendo le vibrazioni diverse reagisce nel modo che le è congeniale, non essere presente nel momento presente. Cosa questa che ancor di più accentua una separazione esistenziale nei confronti del luogo in cui opera, inteso sia come corpo sia come Terra.

Chi scandisce il ritmo della vita sulla Terra è la Terra che risuona su frequenze che le impongono determinate pulsazioni. Sulla Terra ogni cosa (in base al suo stato che esprime una data coscienza) subisce in modo naturale e spontaneo questo ritmo, le è congenito. Al punto di cambiare frequenza se la Terra cambia frequenza. E se la Terra cambia frequenza succede che la coscienza, ogni coscienza deve uniformarsi per, vibrando in una nuova condizione far parte di una nuova dimensione; per non subire una sfaldatura tra ambiente, corpo e coscienza visto che se non c'è adeguamento non si è nella stessa dimensione.

Non succede niente di particolare in apparenza, perché in una fase di transizione le anomalie sono essenzialmente a livello psicologico. Non ci si sente a proprio agio e questo in maniera progressiva e funzionale ad un accentuarsi del ritmo verso cui bisogna accordarsi.
Ma più che accordarsi in maniera fisica (perché avviene da se), in maniera coscienziale per non perdere quella aderenza che caratterizza corpo e coscienza rendendola unità capace di manifestare la sua presenza nell'habitat dove dimora.

Certo è che più si va avanti (quando si subisce un ritmo al quale non si risponde in modo naturale perché anzi ci si oppone in quanto non conoscendo lo si ritiene ostile) e tanto più il "fastidio" può diventare insopportabile.
Pesci fuor d'acqua ci si può ritrovare estranei sia col corpo sia con l'ambiente. In una condizione di patimento per non sapersi adeguare alla nuova condizione. E non perché manchino le capacità ma perché, ancorati ai propri schemi, si reagisce in modo inopportuno verso gli stimoli vibrazionali che accordano al nuovo fisico ed alla nuova Terra.

In pratica bisogna ritrovare l'armonia che caratterizza corpo, coscienza ed anima. E questo è possibile proprio con l'adeguamento della coscienza all'anima, facendo sì che l'anima emerga in Terra nella fisicità. Per non aspettarsi il miracolo come soluzione a "normali" cambiamenti di stato.
Uno stato d'essere nuovo va consolidato e prima ancora edificato non solamente attraverso il fisico ma anzi e maggiormente tramite la coscienza che, se in linea, addirittura aiuta il fisico lasciandolo libero di esprimersi senza condizionarlo con paure che generano schemi difficili da estirpare.
Se uno schema ben radicato è per un verso una protezione, è anche un'enorme barriera energetica da dissolvere; un'ancora così pesante che non consente alla coscienza di librarsi in un nuovo cielo per considerare la vita in funzione di un nuovo e diverso stato d'essere: quello immortale, lo stato dell'anima.