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Nuova Era
13 agosto 2008


Per esprimere un concetto si deve anche esserne capaci. Bisogna sapere cosa si intende proporre e la finalità che è possibile conseguire attraverso la sua applicazione.
Un concetto matematico ha un fine, un concetto teologico ne ha un altro, come pure ha un suo fine un concetto che apre alla scoperta di sé. Fini che non necessariamente devono trovare supporto tra loro, anche se attraverso la scoperta di sé possono diventare accessibili teologia e scienza legate a strutture che poco hanno da dividere con quel che si crede; e che dipende da una mente che solo così poteva concepire.

La mente umana elabora in funzione della coscienza la quale ha capacità relative al suo grado di conoscenza ed indirizzo. Una coscienza indirizzata verso la scoperta di sé deve per forza prima accorgersi che c'è un sé da trovare, che è diverso da quel che la conoscenza acquisita sembra proporre.
Da qui la svolta. Si passa da un esame di tipo ontologico ad un esame a sfondo esoterico. Dove però l'interiorità deve apparire veramente come realtà fisica, non come aspetto ultraterreno che quando è così risulta disgiunto da una coscienza che vive ed opera in funzione di quel che concepisce e possiede.

Per far sì che l'interiorità costituisca realtà umana accettata e vissuta occorre che la dimensione interiore che la esprime sia non solo accessibile alla coscienza ma che si materializzi ai sensi. La coscienza (dei sensi) deve acquisirne consapevolezza per procedere verso un grado superiore del suo essere, cosa che consente al corpo di trasformarsi integrando in sé la nuova capacità.

Questa nuova struttura è alla base di un modo diverso di vivere e procedere nella realtà che si viene a manifestare proprio in virtù dell'avvenuto cambiamento.

Tale cambiamento è una nuova era. Appare ciò che prima non si poteva considerare perché la coscienza non lo concepiva. Appare ciò che una coscienza che sa cogliere dentro di sé può concepire come dimensione spaziale svincolata dal reticolo esistenziale entro cui era imbrigliata.

I reticoli, struttura a sostegno e salvaguardia dell'integrità della coscienza che li ha come limite invalicabile per non patire destabilizzazioni, sono energia che vibrando ad una certa frequenza impedisce il contatto con ciò che una vibrazione diversa può esprimere. Una vera e propria barriera che limita ma protegge.

Questa energia reticolare è il frutto del sostegno che intelligenze formatrici danno a chi deve compiere esperienze legate ad un determinato tipo di coscienza.
La coscienza che riesce a superare questo limite per acquisita capacità non solo fa suo ciò che (oltre il limite) prima non appariva, ma consente all'oltre di manifestarsi perché non lo rifiuta. Due aspetti simmetrici che contraddistinguono la realtà, quella nuova.

In questa simmetria, determinata dal punto centrale che è la coscienza, spazio e tempo si intersecano in modo diverso costituendo di fatto un nuovo tipo di reticolo. Griglia che consente di andare oltre la realtà congenita ma impedisce (e salvaguarda) dal procedere oltre (la stessa griglia) poiché non ancora pronti per frequenze che tipi diversi di realtà veicolano ed esprimono.

Si cambia frequenza ...e dimensione. Si acquisisce in sé il possibile concepibile (in base alla nuova conformazione che consente di spaziare dove prima era inimmaginabile) ma si resta ancora in dimensioni la cui frequenza per essere attiva ha bisogno di un sostegno fisico; anche se molto differente rispetto a ciò che la condizione precedente supportava ed esprimeva.