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Chiarimenti

16 maggio 2005

 

 

Cresce la necessità di chiarimenti e questa prospettiva impone luce su quesiti attorno ai quali orbitano tante strutture. Strutture che spesso pretendono un seguito volendolo imporre o con la paura o con troppo facili suggerimenti basati su un amore incondizionato salvifico delle specie e di tutto ciò che esistendo sembra destinato ad appartenere.

 

È ovvio che quando ci sono aspettative è facile cadere in equivoci e malintesi. E questo anche nella più completa buona fede perché, disponibili all’ascolto, si ascolta su frequenze non animiche ma che pur tuttavia rendono il percepente sereno, poiché convinto di non mettere nulla di suo in quella che può essere definita trance, canalizzazione o ispirazione profonda.

 

Ciò che deve lasciare perplessi è quando la vastità dell’informazione non è omogenea.

 

Se è pur vero che divenendo l’uomo ricettivo a livello sottile è normale che in tanti si sviluppi il senso dell’ascolto, è altrettanto evidente che quando le linee guida tendono a confondere c’è qualcosa che non va.

 

Sentire attraverso il cuore è cosa diversa dall’essere emotivamente coinvolti.

E anche quando sembra che la propria interiorità sia consenziente (forse perchè in fondo è ciò che spera), bisogna saper distinguere. Bisogna essere in grado di non farsi condizionare da stati emozionali e nemmeno dal volere “aiutare” i messaggi imbrigliandoli verso correnti di pensiero che si sentono familiari o che si pensa possano essere adatte perché qualcosa lo lascia intuire.

Peggio è quando si vogliono conciliare messaggi a religioni perché, per non far torto a dogmi ed insegnamenti, è molto facile restare invischiati divenendo artefici, inizialmente in modo quasi involontario, di processi che poi occorre alimentare; anche quando magari la comunicazione si interrompe proprio a causa dell’elemento inficiante.

 

Tutto ciò che occorre all’uomo per ampliare il suo stato di coscienza si trova sul suo stesso piano, quello fisico. Ciò che gli occorre per maturare in consapevolezza lo trova sul piano eterico. Il necessario per praticare la datività risiede nell’animico, piano che bisogna prima saper riconoscere per solo dopo iniziare ad inserirvisi attraverso un processo di identificazione con conseguente perdita di ego e dualità.

 

Questi piani sono presenti contemporaneamente come realtà unica ed hanno rispettivamente come emblema Pace, Luce e Libertà.

Solo attraverso la grande Pace, la Pace nel cuore, la coscienza può aprirsi alla Luce, verso quell’eterico nelle cui viscere è racchiusa la strada che innalzando consente di conquistare la Libertà. Libertà da ego e dualità che si ottiene dunque attraversando l’eterico, regno della Luce per concepire l’immortalità.

 

Quando l’uomo sarà capace di conquistare l’immortalità in Terra, nel fisico, da vivo e da uomo, solo allora, raggiunta la consapevolezza, può sperare di entrare a far parte del regno della datività.

 

 

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