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Corpo e coscienza

17 aprile 2005

 

 

Il corpo è l’organo della percezione con l’esterno e suo tramite avvengono relazioni di natura fisica.

La coscienza è l’organo della percezione interna ed attraverso lei avviene il collegamento con ciò che per sua natura è più sottile rispetto al piano fisico.

Corpo e coscienza servono per cogliere la spazialità che viene poi interpretata in funzione del modo che hanno di percepire e concepire.

 

Il corpo (la natura fisica) segue un suo iter evolutivo e lo fa attraverso esperienze che danno man mano coscienza alla fisicità di essere collegata e connessa con qualcosa di più sottile e diverso rispetto a ciò che comunemente viene considerato vita.

La coscienza (la natura eterica) sonda la realtà nella maniera a lei congeniale, e cioè attraverso il dialogo diretto a livello di comunione comunicativa con ciò che di eterico ogni cosa possiede.

Corpo e coscienza (fisico ed eterico) coabitano per affinarsi reciprocamente alla condizione dell’ altro, così che il corpo abbia coscienza dell’eterico e l’eterico abbia coscienza del fisico.

 

Questa unione, che vede il piano fisico strettamente legato e connesso con quello eterico, ha come scopo e finalità una coscienza unica. Così che la materia spiritualizzi se stessa prendendo dall’ eterico e l’eterico abbia consapevolezza di esperienze dirette nella materia senza darle soltanto come ipotesi.

 

La spiritualizzazione della materia è conseguenza di un processo di apprendimento basato sulla applicazione diretta della conoscenza attraverso l’esperienza. Cosa questa che consente la fusione attraverso processi identificativi tendenti alla reintegrazione per definire un unico piano a livello di consapevolezza.

Essere consapevoli che tutto è energia, che anche il corpo lo è (e la consapevolezza è cosa ben diversa rispetto alla semplice conoscenza, ed anche rispetto alla coscienza la quale è mezzo per maturare in consapevolezza), e che essendo energia si può considerare l’immortalità con occhi, coscienza e percezione diversa, produce un passaggio a livello di coscienza. Una ascensione in uno stato più profondo dell’essere dove la vita si sviluppa, con coerente capacità, contemporaneamente fuori e dentro perché centrati nel momento presente sempre sincrono con tutta la realtà che è azione unica.

 

Certo questo è un passaggio in fase di esecuzione dove la spiritualizzazione della materia necessita di più adeguati approfondimenti a livello di coscienza che inizia ad esaminare la spazialità cogliendola dentro per applicarla “fuori”. Perché la coscienza, rendendosi conto che tra fuori e dentro non c’è divisione, inizia anche a sapersi spostare con spontanea naturalezza in quel continuum che non colto determina relatività.

 

In fondo la relatività è una barriera energetica che proprio la coscienza erige a difesa da ciò che non concepito le appare come mondo a se. E che tale diventa quando lei si autoesclude rintanandosi nella sua relatività.

 

Energia e spazialità (coscienza di energia nella spazialità) aprono una porta energetica attraverso la quale è possibile indagare su mondi paralleli e dimensioni allineate ad un diverso tipo di coscienza, una coscienza sferica dove chi si proietta dentro trova il fuori perché realtà unica non condizionata né divisa. Da dentro di sé si raggiunge ciò che “esterno” può essere esaminato e condiviso nei termini di una reciprocità che tiene conto dell’insieme che non può, ne deve, essere alterato attraverso atti coercitivi dell’altrui libertà.

 

Esplorare dimensioni nuove ed invisibili è una possibilità da sviluppare per conoscere e comprendere come la vita sia sempre viva anche dove la fisicità ha connotati diversi; oppure dove non è nemmeno concepita. Oppure dove la materia, la fisicità, deve ancora iniziare un processo coscenziale di identificazione che possa gradualmente produrre elevazione tendente alla spiritualizzazione.

Magari attraverso innesti che proprio l’uomo, in quanto coscienza che offre la sua conoscenza, può produrre in modo mirato verso tale scopo realizzativo.

 

Una coscienza sferica ha una visione sicuramente diversa rispetto a chi esamina in modo lineare tendendo alla interiorizzazione per compensare ciò che, sfuggendo, può essere percepito solo tramite la trascendenza. Una coscienza sferica concepisce l’immediatezza perché, sempre centrata in se stessa, è parimenti incentrata nel tutto che non è solo fisicità, e nemmeno eterico e basta.

 

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