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Destinati a scomparire

20 luglio 2005

 

Bisogna prendere atto che tutto è in fibrillazione animica. Questo perché variano le frequenze entro le quali un certo tipo di vita vibra.

 

Un certo tipo di vita è vita che riguarda chi la coglie e vive come tale.

La vita sulla Terra è un certo tipo di vita. La vita nell’universo ha funzioni, forme e valori diversi.

 

Chi non sfugge a questa regola sicuramente è la fisicità.

La forma fisica infatti, inserita e funzionale all’ambiente, si esprime entro valori ben dettagliati i quali comprendono frequenze armoniche sia per la Terra sia per la forma (di vita) che ospita anima e coscienza.

Come dire che l’anima, per risiedere sulla Terra, ha necessità di una forma fisica che le sia da scafandro per esplorare attraverso la coscienza quali sono le possibili modalità di vita (sul pianeta Terra).

 

L’esperimento che l’anima conduce attraverso la coscienza, proprio e ben per questo, da coscienza alla forma attraverso un processo di compartecipazione molto difficile da scindere dalla immedesimazione.

 

La coscienza pertanto è un attributo ambivalente.

La stessa coscienza per esempio è propria dell’uomo che cresce ed apprende, e dell’anima che comprende cosa vuol veramente dire essere uomo con le difficili necessità legate all’ambiente.

 

Questa interfaccia tra uomo ed anima, la coscienza, ha un suo iter ben preciso e preordinato. Preordinato perché, funzionale all’apprendimento attraverso la immedesimazione, cessa la sua attività nel momento in cui l’uomo concepisce il suo sé attraverso l’identificazione; ciò che è in quanto anima capace e consapevole di vivere su frequenze animiche che esprimono e sviluppano un certo tipo di vita. Vita sicuramente diversa sia nella forma sia nella sostanza rispetto a quanto la fisicità riesce a produrre vibrando all’interno del suo stato di possibilità.

La possibilità del corpo umano di modellarsi su nuove frequenze rappresenta un orizzonte su cui porre lo sguardo se si vuole essere in linea con le frequenze che sempre più irradieranno la Terra per permetterle di adeguarsi ad un cambiamento di natura galattica.

Cambiamento attinente ad un processo di realizzazione che la Terra stessa sta conducendo per autodefinire se stessa in quanto essere spaziale.

Un essere spaziale è chi ha giusta consapevolezza e capacità di muoversi nello spazio in funzione a necessità che richiedono un intervento probatorio, di appoggio o addirittura di inserimento (tramite azione diretta) di innesti o condizioni atte a germinare particolari tipi di vita.

 

Proprio perché la vita cresce e si espande (come sulla Terra), certe forme di vita devono modificarsi se inserite in contesti in fase di trasformazione.

Stessa cosa per la Terra. Costretta ad adeguarsi a cambiamenti che la coinvolgono a livello animico, ha necessità di strutturarsi in modo diverso per non risentire di blocchi che, appesantendola, le sarebbero da freno non consentendole quel salto quantico che, se fatto in  modo armonico, non solo non sbilancia ma fa accrescere di potenzialità prima solo intraviste.

 

Un salto quantico è passaggio di stato. Denota e determina uno stato d’essere funzionale alla dimensione in cui si entra. Dimensione che esprime un certo tipo di vita del quale non può far parte quello che, superfluo, impedirebbe addirittura il passaggio; il salto quantico.

 

Ciò che necessariamente è destinato a scomparire riguarda quella parte di sé che mal si adatta alla nuova condizione perché troppo ancorata a schemi e strutture che, fornendo apparente tranquillità, nascondono vincoli così radicati da richiedere pazienti lavori di pulizia e crescita per capire che in fondo non servono.

 

Così come non può che scomparire ogni cosa che, legata al superfluo, mal si colloca in una struttura che non può appesantirsi di alcunché se vuole inserirsi dove la vita esprime la certezza dell’essere senza doversi misurare con il divenire affrontando tempo ed instabilità.