F M O O

fmoo@ottavaora.it

indietro

Apri formato stampabile

home

Tante cose

13 agosto 2005

 

Contemporaneamente siamo tante cose, anche se la maggior parte di queste ci sfuggono.

Siamo fisicità ma anche quello per cui la fisicità è tale.

Siamo infatti energia non coscienti di esserlo.

 

Questo enfatizza solo una parte di ciò che si è oscurando tutto il resto. Non avendo percezione di essere vivi anche a livelli in cui la fisicità perde consistenza perché la vita intende sviluppare mondi e realtà diverse.

 

Capire questo, capire che ciò che si ignora può ben essere oltre la propria portata concettuale rende meno chiusi e più propensi ad accettare realtà che pur se sfuggono non sono inesistenti.

 

L’apertura, la mancanza quindi di blocchi che impediscono di sentirsi vivi oltre la sola fisicità, è come aprire un libro guida per raggiungere profondità che esistono e non vengono colte perché ignorate.

 

Cogliere nell’interiorità attraverso l’interiorità è accorgersi di contemporaneità dell’esistenza sapendo esattamente cosa vuol dire essere vivi in tali dimensioni della vita.

 

Contemporaneamente, contemporaneamente all’essere uomini di carne si è anche detentori di attributi che se non concepiti restano inutilizzati.

 

Basti pensare a cosa succede quando si dorme per dovere ammettere che già nella fisicità una buona parte della esistenza viene letteralmente ignorata attribuendole il significato di riposo.

 

Dormire è anche vivere in mondi diversi in modo diverso.

 

Dormire è partecipare in modo diretto a ciò che succede quando alla vita nella carne subentra un modo diverso di essere vivi. Un modo in cui la realtà fisica in generale non ha valore anche se sempre ancorati a desideri e stimoli attinenti alla carne ed alla fisicità.

 

La sete del possesso si ramifica anche dove si può avere tutto senza colpo ferire perché è sufficiente generarlo. È sufficiente volerlo.

Ma poiché manca la capacità nel presenziare all’azione, ecco che non solo non si attua ciò che in quella dimensione può essere possibile, ma non vengono nemmeno creati i presupposti per materializzare ciò che potrebbe diventare progetto attuabile e di attualità.

 

Esplorare la dimensione del sonno può fornire capacità immense già nella fisicità, ma dovendosi rendere conto che per essere vigili occorre saper accedere a quella parte di sé che lo consente.

 

Questo automatismo dipende da un processo di immedesimazione in modo vigile e coerente in ciò che si è quando la vita sembra cessare e subentra la capacità di essere vivi anche senza un corpo fisico.

 

Sono prove, prove per acquisire dimestichezza e sicurezza nel manovrare veicoli-corpi che danno la possibilità di spaziare dove lo spazio non ha confini se lo si sa penetrare.

 

L’apprendimento può sembrare difficoltoso ed invece è sufficiente soltanto l’apertura per consentire a se stessi di unificarsi in ciò che è già ora; contemporaneamente ora dove la morte è senza veli perché la vita da questa capacità.

 

In fondo la vita non smette mai di essere viva. Basta saperlo e cercare di adeguarsi ai parametri che la stessa impone ma offre anche; quando non si vuole operare con la fisicità.