F M O O

fmoo@ottavaora.it

indietro

Apri formato stampabile

home

 

Esistono?

11 novembre 2005

 

 

Dare per scontata una verità, qualunque essa sia, presuppone una resa nei confronti della stessa. Del resto confutarla implica non accettazione del sistema che la sostiene, cosa questa che comporta una rottura con schemi che in fondo proteggono perché accettati per convenzione da chi segue tale verità.

 

Quando si parla di psicologia dell’essere e se ne accettano i capisaldi, si da per scontato che a monte debba esserci l’implicita conoscenza dell’essere, non la semplice accettazione per convenzione di quello che è invece ancora un processo in fase di sviluppo.

 

La differenza tra convinzione e convenzione la fornisce l’esperienza offrendo giusta coscienza.

Parlando di psicologia dell’essere è fondamentale la conoscenza della coscienza. Per sapere su cosa poggia e verso cosa tende.

 

L’elemento base pertanto che consente alla coscienza di poter dire questa è una verità sulla quale è possibile edificare è l’esperienza. Quando manca allora si vacilla. Basta un nonnulla per scuotere e rendere instabile ciò che per certi versi poteva apparire inconfutabile.

 

Spesso si dice a misura d’uomo pensando che l’uomo debba essere il metro per misurare l’universo.

Se ciò può sembrare ovvio all’uomo perché in sua coscienza così crede, per rappresentare una verità fondamentale dovrebbe escludere la possibilità che esistano altre verità in contrapposizione o semplicemente più profonde. Nel senso che l’uomo potrebbe essere unità di misura per un certo tipo - grado di evoluzione ma non per questo essere il riferimento assoluto verso il quale l’intero universo deve uniformarsi ed identificarsi. Potrebbero esistere altri esseri che a loro volta potrebbero costituire utile riferimento di misura e per confronto.

 

Essere fermi nelle proprie convinzioni fa onore, chiudersi nelle stesse dando in partenza come false eventuali possibilità diverse senza nemmeno averle considerate è però illogico.

Si accetta, si rifiuta, o si accoglie qualcosa anche solo in parte, in funzione di ciò che permette di poterne prendere coscienza; in funzione quindi di una esperienza idonea a certificare una certa verità.

 

Se questi esseri esistono o meno è esperienza che la coscienza dovrebbe avere il coraggio di condurre per concepire fino a che punto è aperta nei confronti di ciò che potrebbe essere invisibile solo perché non accettato; solo perché rifiutato in partenza, rifugiandosi dietro il velo di schemi mentali che non consentono di scorgere quel che in fondo si teme.

Ed indubbiamente si teme sempre ciò che può far vacillare regole e convenzioni aprendo interrogativi da risolvere e verità da rivedere.

 

La coscienza se vuole essere nella condizione di non mentire a se stessa, trincerandosi dietro il rifiuto per non essere costretta ad avventurarsi dove non ha conoscenza né riferimenti su cui poggiare, deve sperimentare oltre le regole che rigidamente la imprigionano vincolandola.

 

La fede nell’oltre fa intravedere realtà raccontate ma non accertate personalmente. Questo pone la coscienza nella condizione di dovere credere. Quindi nella condizione dell’obbligo e non nella naturalezza dello stato certo; naturalezza che in fondo è sintesi dell’esperienza maturata.

 

La fede costituisce certezza quando si ha fede a seguito di qualcosa che ha fatto sobbalzare la coscienza dandole una sua certezza, personale, ma ben per questo fondamentale; input per il prosequio del proprio cammino.

Quando l’atto di fede implica accettazione per fede e basta perché manca qualunque tipo di esperienza diretta, tutto è destinato a vacillare se arriva qualcosa a scuotere una struttura costruita in fondo sulla sabbia. È solo questione di tempo.

Le fondamenta hanno radici profonde,  nella coscienza; ma bisogna saperle riconoscere cercandole.

 

La ricerca però apre all’oltre e l’oltre può avere riscontri imprevedibili; per esempio la scoperta di dimensioni parallele vive e di esseri vivi. La scoperta di esseri che vivono non a misura d’uomo, ma la vita che il loro stato consente ed implica.

 

Stabilire in partenza se questo stato sia superiore o inferiore rispetto a quello umano non solo non è importante, ma fa addirittura crollare l’apertura stessa che immette verso la ricerca.

Solo essendo neutri, quindi senza remore ed evitando la corazza psicologica che erige barriere verso la conoscenza, solo così si può cercare di verificare se questi esseri esistono. Perché ci si pone nella condizione di sentirne la voce e percepirne l’aura.

 

 

inizio pagina

YoY-search - a web portal with ten types of search