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Smagnetizzarsi

10 ottobre 2005

 

 

Smagnetizzarsi porta a perdere caratteristiche essenziali ma permette di liberarsi di scorie difficilmente rimovibili se non attraverso un lento ed accurato percorso di crescita spirituale dove la pulizia e la rimozione di radicati schemi mentali afferenti all’egoicità sono un obbligo ed un consenso. Obbligo perché si riesce a vedere la realtà in modo meno egoico e consenso perché permettono di addentrarsi dove prima non era possibile a causa delle barriere psicologiche radicate negli schemi mentali che facendo da velo non consentivano l’approccio.

 

Il magnetismo regola funzioni primarie molto importanti a livello di relazioni e reciprocità, oltre indubbiamente a ciò che lo contraddistingue in modo prevalente e che è l’attrazione fisica.

 

Il magnetismo inoltre costituisce una vera e propria barriera di difficile penetrazione quando si cerca di portarsi oltre ciò che la fisicità rende lecito perché un’aspirazione sottile lì anela.

 

Relazionarsi con gli altri sembra semplice e possibile senza considerare però quanto si subiscano presenze occulte ristagnanti nei pensieri che si presentano a suggerire, offrire alternative, o addirittura sviare facendo perdere la concentrazione sul processo in corso.

 

Le presenze che si subiscono appartengono ad una realtà celata che si esprime attraverso l’appoggio di chi involontariamente ne amplifica lo stato lasciandosi attraversare e condizionare anche da forme pensiero che vanno ad inficiare la mente e gli stati d’animo.

 

Subire una presenza può voler dire fare propria una certa condizione solo perché sembra che, provenendo dal di dentro, debba necessariamente trovare manifestazione.

 

Se si fa caso a ciò che avviene però, ci si rende conto che si innesta un processo di quasi identificazione tra chi si propone e se stessi che si cavalca quello che in qualche modo si è attirato verso di sé.

 

Stabilire quando avviene il contatto è estremamente importante. Solo così infatti si può agire in modo da smagnetizzare l’attenzione lasciando fluire anziché trattenere e di conseguenza amplificare fornendo energia; la propria energia.

 

Questo processo è molto vasto ed interessa la propria condizione sotto tantissimi punti di vista. Non ultimo quello di non essere quasi mai concentrati su qualcosa di specifico ed anzi in balia delle onde; o di una mente che non vuol tacere perché non sa accettare il silenzio.

 

In effetti silenzio equivale ad assenza di pensieri tramite tecniche che possono produrre uno stato (stato quindi indotto) di tranquillità psicofisica indispensabile per lasciar fluire un’energia neutra non ancora caricata di ciò che, divenuto pensiero,  subisce e fa subire le regole dell’attrazione.

 

Quando c’è chi riesce a stabilire un contatto con profondità che risiedono in se stessi succede che si attiva una sorta di percezione che consente di presenziare in fasce energetiche che la fisicità non conosce perché non le ha sperimentate. E questo pone la mente in una condizione di non riferimento e pertanto nella impossibilità di stabilire un contatto, attraverso l’attrazione magnetica, con forme pensiero non in grado di potere dare il loro contributo per mancanza di riferimenti.

Come se, incidendo la mente (in funzione del suo stato vibrazionale) esperienze su circuiti energetici (che non sono personali ma costituiscono patrimonio collettivo) sensibili ad attrazione (e quindi anche in grado poi di rilasciare), queste esperienze diventano disponibili per chi ne vuole fare uso sapendole approcciare.

 

Il punto (problema) è che non essendo in grado di gestire con capacità tale aspetto lo si subisce perdendo il controllo (controllo che del resto non si è nemmeno mai instaurato) di una mente il cui scopo è quello di realizzare ciò che le si chiede di fare.

 

Venendo però meno il magnetismo terrestre in maniera sempre più accentuata, ecco che si può riiniziare un nuovo ciclo su basi nuove perché, mancando l’appoggio dei riferimenti che non possono che collassare per mancanza di stabilità, si è nella condizione di usare la mente per incidere un nuovo programma su nuove fasce costituite dall’uso dell’energia primaria.

 

 

 

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