Ridefinire i parametri della vita

 

18 maggio 2006

 

 

Cogliere in profondità, nella profondità del nuovo flusso vitale, gli aspetti che costituiranno le fondamenta su cui edificare il nuovo mondo è la vera sfida che l’uomo deve riuscire a vincere; per fare sue conoscenze connesse all’essere che non si manifestano se prima non si è capaci di supportarne la portata per dare esecuzione a progetti.

 

Il progetto vita nuova sulla Terra va ben oltre le aspettative di menti abituate a pianificare il domani ed il futuro in generale. La pianificazione di questo tipo infatti (e quindi relativa ad una mente funzionante attraverso un normale contributo energetico che le proviene dal tipo di conoscenza che l’uomo è riuscito fin qui a produrre) non ha più motivo di essere. Si passa ad una fase ulteriore della crescita dove l’insieme è dato certo, e non elemento su cui sperimentare per accertarne valori e stabilità.

 

Per unire qualcosa occorre che vi sia stabilità tra i vari componenti. Per cui se si vuole formare un certo tipo di uomo, capace per esempio di avere in sé ciò che gli deriva da una normale evoluzione (della specie legata allo ambiente che la produce e sostiene) e ciò che (innestato) gli da facoltà di concepire oltre la semplice fisicità (ed alle trasformazioni che la stessa consente) occorre il tempo necessario affinché l’insieme che si viene a costituire abbia la sua amalgama capace di trasmettere evolutivamente in modo spontaneo ciò che prima era fusione in ambito sottile tra la parte fisica (propria della riproduzione ) e quella eterica (propria della incarnazione).

 

Incarnazione era il progetto vita precedente, ciò che l’uomo ha sperimentato per acquisire coscienza della vita a livelli contemporanei di esistenza ma con tempistiche, valori e fini diversi; così da produrre, oltre alla normale vigilità della quale ha coscienza, una coscienza più sottile (ancora velata in una dimensione che la parte fisica deve letteralmente attraversare se intende procedere verso l’unificazione). Per parte fisica in questo caso si intende la comune coscienza di veglia propria dell’uomo e di conseguenza il tipo di mente relativa alla stessa.

 

Vigilità nella reincarnazione è il passaggio in atto; il passaggio che l’uomo sta conducendo per concepire sperimentandolo che non si muore.

 

Tale passaggio è ora ampiamente supportato dalla Terra, il pianeta dove si sta concretizzando questo tipo di esperienza; e questo permette tempi celeri nella trasformazione della razza perché è la razza che deve adeguarsi al pianeta che cambia, però sapendolo fare.

 

C’è un aspetto importante, molto importante.

Capire che si dispone già dell’allenamento necessario per superare abbastanza agevolmente questo passaggio è di fondamentale importanza.

 

L’uomo durante la vigilità ha man mano potuto constatare sempre più e sempre meglio che oltre al suo essere fisico gli appartiene qualcosa che pur sfuggente ha collocazione diversa rispetto all’essere fisico che egli è. E mentre questo veniva considerato durante il giorno o comunque durante il normale stato di veglia, nel sonno con regole e caratteristiche diverse un altro tipo di coscienza faceva le sue debite esperienze per concepire che solo psicologicamente era ingabbiata nella materia, nel corpo fisico, e che sarebbe stata capace di agire in modo diverso se solo si fosse resa capace di concepire in tal senso.

 

Tutto ciò va considerato attraverso una visione unica di piani concomitanti ma con profondità diverse dove non è possibile risiedere in modo vigile se non ci si adegua al tipo di vibrazione che ogni piano sprigiona perché tale è il suo stato.

 

Questi piani concomitanti possono ora fondersi per sperimentare con coscienza ciò che prima avveniva in modo sfalsato in quanto le gabbie energetiche di stabilità, fisica ed eterica, esistendo generavano in automatico tempi e vita relativi al loro stato.

 

Tornando al pianeta che cambia c’è da capire che, essendo tutto proiettato verso la reintegrazione con la propria essenza, non è solo l’uomo chi è preposto a spiritualizzare la materia; anzi l’uomo, solo se aderisce perché capisce, può far parte del piano che prevede proprio la spiritualizzazione della materia tramite reincarnazione cosciente.

Anche la Terra si reincarna da viva perché concepisce il suo essere superiore ed immortale, che così può fondersi in Lei senza più adombrarla soltanto per darle forza e stabilità.

 

Questo aspetto della Terra che cambia può far paura, ma bisogna anche considerare i tempi che prevedendolo sono in sintonia con processi più ampi capaci di fornire il giusto e corretto apporto per far sì che tutto avvenga in modo che nulla venga sciupato.

Il problema vero è l’aspetto psicologico della mente umana che non ha ancora inquadrato cosa sta succedendo e si continua a crogiolare dietro la falsa speranza che “essendo a somiglianza” tutto le è concesso.

 

Se si parte dalla considerazione che non si muore il punto è: saperlo, crederci o averlo sperimentato direttamente. Una sfida psicologica questa, è vero, ma ogni coscienza può risiedere solo dove ha capacità per accrescersi di ciò che può darle ulteriore capacità. Questa ulteriore capacità ora si acquisisce unificando la coscienza di veglia con quella di sonno ma per farlo occorre affrontare la paura della morte ad occhi aperti volendolo fare. Se no la morte resta morte per chi così crede.

Bisogna fare un salto di coscienza, ma non nel buio, solo attraversandolo. Salto che fatto dalla Terra costringe l’uomo a presenziare.

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