Rinascita

23 aprile 2008



La rinascita è un'occasione per espletare un compito in maniera coerente senza incorrere nei rischi che dipendono dalla non conoscenza. Quando si rinasce da vivi è sempre per esprimere un percorso necessario, più che a se stessi, agli altri che cogliendone i frutti possono a loro volta arricchirsi di quella conoscenza che il rinato può dispensare.
Rinascere sulla Terra ora, ha un significato molto particolare. Consente di determinare dei meccanismi che già collaudati possono essere applicati per agevolare chi si avvicina ad un determinato percorso e non ha a disposizione il tempo necessario che normalmente occorre affinché possa dare buoni risultati.


Nascere di nuovo da vivi ed in modo quindi consapevole non fa perdere memoria di chi si era e permette di prendere coscienza di chi si è su un piano più profondo dell'esistenza. Il che da la possibilità di essere già vivi in uno stato più profondo dell'esistenza che è oltre la morte fisica. Oltre la morte fisica in quanto senza un corpo fisico destinato a perire.
Permettere a se stessi di rinascere da vivi sulla Terra è un'occasione per non soccombere alla morte fisica. Quando si è ormai rinati, in qualunque momento arrivi la morte fisica, è del tutto naturale che avvenga perché stabilito. E se questo può far credere che ci sia mancanza di libertà, basti pensare che chi è rinato (proprio perché è rinato) ha un compito ben preciso di natura diversa rispetto all'uomo mortale in quanto ha già superato la barriera della morte e può realizzare scopi diversi. Come dire che quando la morte arriva non coglie mai di sorpresa chi è rinato perché non deve nemmeno staccarsi dal corpo per cambiare dimensione (visto che è già anche “dove” l'uomo va dopo la morte).


Lo scopo della vita è quello di viverla realmente in funzione della realtà che si concepisce. Se si concepisce oltre la morte, che ben venga un cammino che ne attesti la veridicità. Dovendo per questo rinascere con coscienza in una nuova coscienza e con una nuova coscienza. Questione di consapevolezza. E la consapevolezza è ciò che fa la differenza.
Essere consapevoli sempre evita il continuo logorio psicologico cui è costretto a sottostare chi nel procedere deve fare continue scelte. Che se da un canto maturano esperienza prevedono anche tempi molto lunghi.


Ma la consapevolezza è un fatto di coscienza che da capacità. Una coscienza da immortale da capacità ad esserlo: se ne è pienamente consapevoli.
Per questo l'identificazione dell'uomo nell'anima produce tale effetto; l'anima ha piena consapevolezza d'essere immortale e la trasmette all'uomo che a sua volta lo diventa per sopraggiunta ed acquisita capacità.


Il punto però è diventare l'anima, riuscire ad identificarvisi. E qui subentrano tutti quei fattori che producono tale realizzazione.


Realizzare in Terra se stessi prevede l'identificazione dell'uomo nell'anima così che, rinato, diventi un essere nuovo consapevole di sé e del suo compito. Compito attraverso il quale può svolgere il suo ruolo di apertura verso quelle coscienze che aspirano e tendono verso tale stessa realizzazione.


L'anima, costante di un sistema multidimensionale, ne è anche la variabile che esprimendosi come coscienza ne permette le varie manifestazioni tenendole unite nella sua consapevolezza che è di immortalità; ogni cambiamento di stato non è mai morte ma passaggio di coscienza.
L'anima dunque è un contenitore il cui contenuto contiene l'anima stessa in ogni parte di sé quando la parte non ha ancora coscienza d'essere anima.

www.ottavaora.it