L'ultrasensibile

22 maggio 2008



 
La barriera che separa il sensibile dall'ultrasensibile si sta alzando perché cambia la percezione. Diventa normale che appaiano altri mondi e si sviluppino scambi collaterali.
La coscienza costretta a cambiare s'adegua. Deve farlo, per non restare occlusa nell'inferiorità di una dimensione che si basa sulla fisicità come forma di vita. E che per questo crede sia l'uomo la massima espressione possibile. Avendo come conseguenza che l'uomo si consideri padrone del mondo; di tutto, anche dei suoi stessi simili.
Espressione dell'ego la coscienza umana o resta vincolata a tale supposizione, o tenta di trascenderla, o deve constatare la parzialità cui è assoggettata.


Quando si constata qualcosa si è costretti a cedere all'evidenza. Viene superata la supposizione e si diventa certi di una realtà magari non considerata.
Riconoscere ed accettare fanno parte della razionalità. Senza ricorrere a voli di fantasia è più semplice convenire che è vero quello che si vede.


La realtà fisica si basa sulla evidenza. Per ciò che riguarda la coscienza però subentrano percezioni e modi di essere che vanno oltre la sola evidenza fisica; si entra in qualcosa di diverso. Una realtà che è oltre quella umana e che, bisogna riconoscerlo, non si è capaci di dominare. Un mondo con regole dove quelle fisiche perdono significato così come non è possibile far valere il proprio ego per affermarvisi. Una dimensione diversa che la coscienza in qualche modo riconosce ma che valuta fittizia perché non tangibile o visibile. Dimensione che viene posta aldilà da sé perché, pur non potendola comprendere, non può nemmeno essere ignorata totalmente.
La constatazione che esista tale dimensione diventa un fatto di coscienza. Singola o allargata tale constatazione è l'elemento che fa scaturire qualcosa di concepibile a livello fisico pur se evidente che non ha la consistenza fisica normalmente riconosciuta.
Singola o allargata, un'esperienza che dimostra (facendolo constatare) che esistono altri mondi con cui è possibile interagire, trasforma. Fa diventare diversi. Più vulnerabili a livello di sicurezza (perché abituati a voler dominare si teme che si possa esserlo), ma più propensi ad accettare il nuovo; potendo prendere ed apprendere, ma anche dare. Dare che sembra merce di scambio finché non si concepisce che proprio nel dare sta la formula che alleggerendo la coscienza consente di espandersi in altri mondi, quelli che si può via via constatare meglio e più in profondità.


La paura di perdere qualcosa limita, la certezze di non possedere niente espande. Permette di addentrarsi senza pesi né fronzoli dove la vita non deve sottostare a necessità superflue frutto solo di un bisogno egoico che per appagare se stesso si costruisce un mondo ad hoc.


Ma il passaggio fondamentale è un altro. La coscienza nella sua nuova leggerezza può constatare la non indispensabilità di un corpo fisico utile solo per determinati scopi. Cosa che consente di superare il baratro della morte attraversando la porta che permette di uscirne in Pace e serenità; dopo aver portato a termine ciò che era utile al corpo stesso per acquisire coscienza di sue nuove capacità relegate in ambito sottile rispetto alla sua normale fisicità.


Da qui tutta una serie di passaggi che consentono di uscire dalla timida offuscata realtà che la vita umana determina perché così concepisce.
Partorire con la mente può diventare espressione di vita vera e concreta perché, sviluppandosi sensi collegati alla non fisicità della quale si va a fare parte, il pensiero diventa una nascita in quanto una mente, superiore e diversa, esprime una sua qualità in modo coerente e concreto.
Non più una mente priva di controllo che sfugge anche a se stessa ma una mente che “materializza” ciò che la nuova coscienza manifesta poiché lo concepisce.
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