F M O O

fmoo@ottavaora.it

Eventi

28 ottobre  2003

 

Gli eventi a venire appartengono alla storia antica dell’uomo. Fanno parte cioè di una serie di sconvolgimenti mirati atti a determinare un cambiamento che migliori nel tempo le condizioni di vita dell’ambiente e dell’uomo stesso.

Prepararsi a questi eventi è un compito importante che bisogna svolgere con estrema attenzione e cautela.

Portarsi a ridosso della linea degli eventi, fa sì che gli stessi debbano essere chiari a chi sa osservarne il flusso e coglierne l’intima essenza.

Conoscere in anticipo l’evolversi di situazioni anche pesanti, grava di forte responsabilità chi si deve porre al servizio guidando altri ad oltrepassare una soglia, porta del non ritorno. Perché se prima si poteva sempre ricorrere a prove d’appello per pareggiare il karma apprendendo il necessario per potersi definire maestro della materia, ora si lascia alle spalle una realtà che non ha più motivo d’essere vissuta.

Chi insegue il miraggio può continuare pure a progredire in una sfera che cambia di intensità e condizione, chi sa che il da farsi riguarda uno spettro più ampio della vita e che solo venendo inseriti in una certa (ben precisa) fascia vibrazionale si può accedere ad una condizione d’immortalità, ha il diritto della scelta ma anche l’obbligo dell’azione.

Per conseguire un cambiamento occorre che il cambiamento ci sia e questo deve riguardare sia la parte fisica, sia la parte psichica, sia la parte animica della Terra. Per conseguenza anche l’uomo deve risentirne e, adeguandosi a ciò che gli è più consono, gli sarà possibile continuare ad esistere. Esistere in modo non consapevole perchè molto vicino alle vibrazioni fisiche e pertanto ancora costretto a nascere e morire per consumare l’ignoranza nell’attesa di un nuovo cambiamento. Esistere in modo consapevole perché, avendo concepito il passaggio di condizione, è in grado di partecipare al più ampio processo che la Terra va ad affrontare nella sua crescita evolutiva per diventare pianeta sacro. Esistere in modo animico se addirittura si riesce a porre nella condizione di animare direttamente il cambiamento (dando le opportune spinte affinché lo stesso abbia a produrre conseguenze meno disastrose possibili per chi resta) perché si assume l’obbligo di istruire nel tempo quanti in seguito si potranno trovare nella sua attuale condizione.

La condizione fisica della Terra appartiene alla IIIª dimensione, quell’eterica alla IVª, quella animica alla VIª dimensione. Bisogna chiarire la Vª dimensione e, capendo cosa significa, concepirla fino ad esplorarla in profondità preparandosi così ad accedere alla VIª dimensione.

Tutto ciò appartiene al vissuto della Terra e dell’uomo ed è conseguibile se si intendono i parametri che regolano i flussi energetici che stanno oltre il corpo energetico della Terra, la cosiddetta IVª dimensione.

Il continuo andirivieni (attraverso nascite, morti e rinascite) che l’uomo compie lo pone vigilmente in contatto ora con la IIIª dimensione (da vivo in Terra), ora con la IVª (da vivo dopo la morte fisica) e questo fa sviluppare la mente che può dare il suo contributo alla coscienza affinché concepisca la via dell’anima e della animazione.

Lo sviluppo mentale coincide però con l’inconscio che sviluppa e che non viene riconosciuto perché, esaminato dall’interno, non offre la visuale completa.

In effetti, fin tanto che la IIIª e la IVª dimensione non approdano ad una coscienza unica nella Vª, non può esserci il superamento dell’inconscio e della mente – coscienza d’ego che lo ha prodotto. Cosa questa che, portando oltre la mente, determina la Vª dimensione in cui vige una mente diversa, una mente superiore; corpo mentale sia per la Terra sia per l’uomo.

Lo stato animico è in VIª dimensione e si produce quando IIIª, IVª e Vª dimensione diventano un tutt’uno come coscienza determinando la capacità di sapere animare la materia dando alla stessa la giusta consapevolezza che le manca: consapevolezza d’essere energia che non muore.

Lo stato dell’anima rappresenta il culmine dell’esperienza che l’energia compie per potersi definire coscienza con consapevolezza completa e finita dello stato energetico: capace di essere, definire e creare. Tutto ciò che fa parte della creazione come ed in quanto manifestazione deve passare attraverso l’anima e lo stato animico.

La VIª dimensione è quanto di più evoluto la materia possa produrre dopo avere consultato sul tema ogni possibile esperienza; e cioè affrontando il tema sia a livello energetico inconsapevole, sia a livello animico e quindi di piena e totale consapevolezza nell’autodeterminazione di sé.

Questo, se da un lato offre l’idea dei vari passaggi, non può chiarire completamente quel che succede se non si è presenti e nella forma e nell’anima a significare che quanto detto fa parte soltanto di un certo tipo di realtà, la realtà energetica che non è tutto.

La realtà dell’energia non è l’unica e nemmeno quella più importante sulla scala dei valori che indicano e determinano le dimensioni. Ben per questo ora si può aprire a realtà più profonde dando la possibilità di percepirne l’esistenza. Anche perché, così facendo, l’attaccamento alla vita (ad un certo tipo di vita) potrà produrre sempre meno la paura della morte.

Sapere d’essere vivi sempre e comunque (e che ciò riguarda non soltanto la forma fisica, non soltanto la forma energetica, ma addirittura ciò che la mente attuale dell’uomo non può concepire e che per farlo, per concepire, bisogna che lo l’uomo si porti nella dimensione – condizione dove alla mente ordinaria subentra una mente dai requisiti diversi ed eccezionali) e che l’uomo non subisce più la minima interferenza emozionale dovuta e dipendente dal suo attaccamento alla forma (anche energetica e quindi sempre sfaccettatura dello stato egoico che va perso solo diventando dativi al massimo, al punto da considerare se stessi come facente parte del tutto con il tutto dentro di sé), fa superare tutte quelle infrastrutture mentali che bloccano l’ascesa e condizionano il cambiamento.

Crescere nell’anima vuol dire arricchirsi della conoscenza necessaria per produrre quell’animazione che rende capaci di essere non soltanto presenti, ma di essere; quasi ad autogenerarsi dal nulla dovendo concepire cos’è il nulla, l’ annichilimento ed il non essere; condizione questa che non può essere concepita se non vissuta.

Ecco che allora (ritornando alla piccola ascensione che la Terra sta compiendo e l’uomo per conseguenza, o per sua propria volontà se frutto del suo concepire) il fatto che ciclicamente si presentino delle condizioni mirate atte alla trasformazione (per l’approfondimento dei temi connessi alla vita, alla fisicità ed all’energia in generale), fa parte di un progetto che intende determinare l’animazione come stato d’essere in cui l’animatore ha facoltà di creazione e scioglimento in funzione di ciò che intende realizzare. Fino a dovere realizzare se stessi producendosi dal nulla per essere poiché provenienti dall’increato, da una non condizione dove l’azione può solo essere la manifestazione; o restare nel nulla dovendo in ciò concepire (per chi ascolta) la non esistenza, il non essere, il non movimento e nemmeno la staticità poiché già questa sarebbe una condizione di essere che produce essenza.

Dire che la mente deve produrre un suo più alto stadio prima di addentrarsi in simile tematiche non è un modo di dire, bensì iniziare a concepire la vita su basi diverse senza più preoccuparsi del cambiamento chiamato morte o di scombussolamenti ambientali che, riguardando la Terra, creano panico o come minimo preoccupazione.

Tutto ciò fa parte di un ciclo naturale cui l’uomo è preposto come osservatore, o animatore se sa esserlo.

indietro

home