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Figli della Terra, Pace

3 dicembre  2003

 

Nessuno può minimamente credere in un mondo migliore senza fare nulla per attuarlo.

Lo sforzo che viene richiesto riguarda la collettività ed il singolo affinché assieme si possa aderire con coscienza e volontà al piano di sviluppo che vede la Terra impegnata a conseguire un passaggio fortemente doloroso. Assieme a noi, tutori della dimensione di futura appartenenza della Terra. tutori e non abitatori della stessa.

Tutore nel nostro caso è chi si rende garante di un progetto e assicura stabilità di esecuzione anche attraverso la sua diretta partecipazione tutte le volte che le condizioni lo permettono perché lo impongono. Condizione ideale è quando l’intervento non è necessario perché ognuno svolge bene il suo compito e nei tempi previsti.

Essere chiamati figli della Terra impone la responsabilità ad esserlo. Così come essere figli della Luce impone responsabilità diverse e di diversa natura rispetto alla solo e semplice fisicità.

Spesso sembra che essere figli della Luce sia solo un privilegio ed invece impone obblighi e responsabilità. Obbliga ad essere presenti durante la transizione per agevolare l’altrui passaggio assumendosi delle responsabilità. Responsabilità consone a ciò che si è in grado di offrire in base a proprie capacità; ed in funzione della maturazione avvenuta lungo il percorso che produce l’ascensione cosciente. Responsabilità con obbligo a dovere fare.

Decidere di agire in tal senso, in questo senso, immette di fatto in una realtà nuova e solo in apparenza uguale a quanto prima si svolgeva anche nell’ambito della quotidianità.

Una realtà di luce non può prevedere impegni parziali, né tanto meno sprazzi di tempo da dedicare alla propria crescita spirituale pretendendo però che ciò sia sufficiente ad attuare la trasformazione. Perché, trattandosi di trasformazione animica che coinvolge l’essere e riguarda la coscienza, riguarda la coscienza dell’uomo, l’uomo deve essere presente a tempo pieno nella realtà che lo trasforma perché lo immette nel presente.

Il presente è la faccia nascosta della realtà. Nascosta per ciò che riguarda gli uomini che non riescono mai a centrarsi nel presente. 

In effetti il presente è l’accesso nella vera realtà. Una realtà oltre la relatività tempo spaziale umana che è destinata a modificarsi perché non più in linea coi tempi cosmici.

La sincronicità va riequilibrata per consentire un nuovo ciclo di esperienze attraverso il quale produrre le condizioni necessarie per un avanzamento progressivo in chi, attraverso il suo processo evolutivo personale, si troverà nella condizione di aderire con coscienza e capacità ad un ulteriore passaggio dimensionale; proprio come quello che coinvolge la Terra ora.

Anche se in apparenza sembra che non cambi nulla perché una prossima ascensione potrà offrire possibilità a chi oggi non sente né coglie tale necessità nella sua coscienza, nella sostanza cambia tutto. Cambia perché chi “resta” ancorato saldamente alla Terra segue la Terra nel suo rinnovamento fisico. Chi ascende con la Terra ad un nuovo piano di coscienza si ancora a tale piano. Cosa questa che comporta l’immortalità: l’acquisizione nella propria coscienza che non si muore; sperimentandolo.

La differenza è quindi veramente sostanziale perché non ha più senso nascere e morire per dover capire. Anche se capire, dover capire, resta invece attuale e necessario per chi sperimenterà in un altro ciclo tale profonda verità.

Chi va a fare parte della nuova Terra (e lascia quindi “momentaneamente” ed almeno per un ciclo chi prosegue nella sua traiettoria circolare perché non crede nel processo ascensionale) ha necessità di uniformarsi con un progetto che prevede esattamente il suo inserimento in una realtà per lui nuova ma al tempo stesso consolidata e sicura. Anzi di avanguardia perché, essendo questa realtà il componente che unifica due diversi stati d’essere (uno relativo alla coscienza fisica, l’altro alla consapevolezza energetica), diventa approdo e terreno di analisi per chi, indeciso, protenderebbe verso tale realtà se non fosse vincolato dalla paura che non gli consente di effettuare il passaggio con coscienza e capacità. Paura sempre legata a morte e rinascita, o per meglio dire paura di non essere più perché non ancora consapevole che basta veramente essere per non dovere più morire; né rinascere. Perché si è già sempre.

Ma del resto questo non è un concetto, è uno stato; uno stato d’essere che non si acquisisce fintanto che non si matura quell’intima tranquillità, quella Pace nel cuore che consente di centrarsi nel vero presente, nell’unico presente, nel presente reale.

Lasciarsi alle spalle figli, amici e parenti, e quant’altro ha costituito elemento di certezza e stabilità non è facile. Ed è addirittura impossibile se non si matura la consapevolezza che non è il corpo fisico a dare la vita; e che anzi rappresenta soltanto un modo di estrinsecare il proprio essere legandolo alla fisicità. Fisicità che solo acquisendo coscienza del suo esistere (a prescindere dall’uomo che sembra determinarla) diventa un corpo diverso in sintonia col nuovo essere che lo uomo è diventato perché asceso nella nuova condizione dimensionale.

Ascendere è una condizione naturale all’uomo che vince traumi e paure ed acquisisce consapevolezza d’essere già vivo in altre dimensioni, che però raggiunge non col suo normale stato di vigilità. Egli lo fa infatti in modo inconsapevole quando il suo corpo cambia frequenza perché subentra una coscienza diversa alla quale le cellule si adeguano.

Questa coscienza non di veglia fornisce all’uomo il necessario allenamento a presenziare in stadi dove la fisicità non ha valore; manca di significato ed anzi non occorre.

Il corpo (anche se a livello inconscio per l’uomo) si abitua (ed è capace) a commutare la sua frequenza lasciando fluire l’energia che lo sorregge; prendendo così confidenza con uno stato che non prevede la morte, anche se subentra l’abbandono della vigilità. Cosa questa che, se avvenisse in modo vigile, sembrerebbe morte per distacco dal corpo.

I punti da focalizzare sono due:

la paura del corpo di essere abbandonato dalla coscienza mentre questa e vigile e gli trasmette impulsi;

la paura della coscienza vigile ad abbandonare “un involucro” che contenendola le consente di vivere (perché sta sperimentando proprio tale condizione).

Entrambi questi aspetti riguardano l’ascensione. Nel senso che vanno unificati in una (unica) coscienza vigile che contemporaneamente dà la capacità di essere presenti in più dimensioni.

L’effetto (e lo scopo) è ottenere una coscienza unica capace (a suo piacere) di “usare” il corpo di cui ha bisogno a seconda delle necessità. Abituando sempre meglio il corpo stesso ad assumersi sue responsabilità possibili così da agire autonomamente in perfetta sincronia e coerenza con l’intenzione (vigilità) che, non avendo più necessità di presenziare, si può proiettare in altro “luogo”.

Questo è comunque solo un concetto. Il passaggio è più difficile e va attuato mentre si è operativi nel nuovo mondo; mentre si è in fase di edificazione di quella struttura portante che a livello sottile ed energetico va a formare i riferimenti di cui avranno bisogno proprio coloro che, ancora impauriti, potranno seguire “orme” energetiche sicure per ascendere (a condizione però che decidano di farlo in piena autonomia e libertà).

Figli della Terra, questo è un momento importantissimo per l’umanità che può realizzare un’eterna aspirazione: la conquista dell’immortalità.

Ma per attuare questo è necessario che la Pace entri nei cuori; nei cuori e nelle menti. Così che, tacendo la mente, possa essere il cuore a parlare.

Il cuore, se libero da gravami ed infrastrutture che lo ancorano alla materialità; sa bene cosa fare.

Il cuore dello spirito non sbaglia mai. Ma deve sapersi libero di essere ed agire, così da abbracciare in sé, nella sua vibrazione, quei corpi energetici che (proprio perché allineati alla vibrazione) abbandonano ogni resistenza e sincronicamente si accordano con l’armonia della nuova dimensione: l’armonia della Pace. Dove Pace vuole dire serenità e benessere; lavoro da compiere senza nulla temere ed entrando a far parte del “corpo dativo” dello spirito che sempre si propone al più debole per accompagnarlo lungo il sentiero della vita eterna.

Ciò che sta oltre non riguarda ancora questo momento.

Ora bisogna costruire l’era della Pace in una Terra nuova e rinata a se stessa perché è  riuscita a vincere la sua paura della morte.

Scompaiono paure congenite perché si spalanca la porta che lascia filtrare la Luce per dare luce alla Terra e partorire quei figli, uomini della luce, capaci e degni di tale nome perché già ora in Terra sanno e possono assumersi compiti inerenti alla trasformazione ed al passaggio dimensionale che riguarda tanti loro simili.

E tutto va fatto in Pace, con la Pace nel cuore che, quando manca, precipita l’essere ancora nella condizione fisica gratificante solo per il tempo in cui il fisico regge e recita la sua parte.

La scena però è molto più vasta, così come enorme è ancora la realtà che sfugge. Realtà che va conquistata e non immaginata; e tanto meno temuta ancorandosi in una corazza – dimensione che, se dà sicurezza, costringe sempre a morire. Morire. Per poi rinascere per chi ci crede sapendo però di non averne certezza. Perché se così fosse, allora sarebbe già nella nuova condizione, quella che gli consente di operare per la Luce, per la Pace ed in piena Libertà.

Pace, pace agli uomini, ai figli della Terra. 

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