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Guardarsi dentro

16 aprile 2004

Guardarsi dentro potrebbe risultare molto più difficile di quel che si crede.

Scrutarsi a fondo rappresenta infatti una meta lungo il cammino della consapevolezza. È un traguardo da conquistare, una barriera da superare.

E non soltanto perché vi si cela l’invisibile, ineffabile anima della vita, ma anche e soprattutto a causa della scorza dura che si è creata nel tempo e che non consente una visione limpida. Anzi impedisce la libera circolazione del flusso energetico che nutre e permea l’universo.

Il coagulamento dell’energia è l’effetto finale di un processo di trattenimento il cui accumulo determina una vera e propria cortina che separa, in regni distinti, il dentro dal fuori.

Questa cortina è d’origine antica perché non riguarda soltanto ciò che vi viene depositato nella vita attuale a causa di grandi e piccoli traumi subiti o più semplicemente sofferenze psicologiche che vi si vanno a nascondere per evitare di poterle o doverle rivisitare, riguarda l’uomo nella totalità delle sue esistenze.

E c’è una progressione da considerare e seguire per individuare tale cortina così da affrontarla nel modo corretto per avere libero accesso dove l’energia fluisce in modo diverso rispetto alle normali sensazioni che l’uomo percepisce attraverso il fisico.

Bisogna considerare il modo in cui l’accumulo energetico si è via via formato ed affrontarlo per gradi e nella loro corretta collocazione.

Cercare infatti di andare subito verso profondità pseudospirituali per carpire segreti o stati d’animo che ampliano la coscienza, produce sì il suo effetto ma determina un salto perché non si è rimosso un velo che continuerà quindi a permanere.

Questo velo è tanto più torbido quanto più numerosi e pesanti sono stati i condizionamenti e le esperienze che lo hanno determinato nel corso della vita attuale, l’incarnazione che deve essere considerata.

Non affrontare questo ostacolo produce un percorso precario: una costruzione senza fondamenta adeguate.

La lacuna oltretutto impedisce al corpo di prendere confidenza con strati energetici più sottili rispetto alla sua struttura, e verso i quali è naturalmente proiettato perché intersecato con gli stessi. Anzi li teme perché li interpreta come perdita della sua fisicità, del suo normale stato d’essere.

Un po’ come succede all’uomo quando non riesce ad abbandonarsi all’oltre nel corso di una normale meditazione.

Ciò che viene interpretato come mancanza di centratura (o di rilassamento se riguarda il fisico) è paura di andare a toccare tasti che si è invece preferito archiviare nella fascia energetica che sta immediatamente oltre se stessi e che fa da intercapedine con l’inconscio collettivo. Inconscio collettivo nelle cui viscere c’è anche un ulteriore velo che riguarda le proprie esistenze.

Prima di arrivare all’anima, e per poterci arrivare, bisogna ripulire bene la vista interiore offuscata da questi veli e dove l’inconscio collettivo è l’ultimo: la fascia energetica della Terra e sua coscienza che, ripulita, dà alla Terra stessa libero accesso ad un piano di sviluppo superiore perché cosmico, e più profondo poiché animico.

Ecco che allora c’è una concordanza tra uomo che supera le sue barriere e la Terra perché, coincidendo l’ultima barriera, viene fatto un passaggio in comune tra l’uomo che così rinasce a se stesso su nuove basi e la Terra che, trasformandosi a sua volta, offre tali basi.

In questo loro allineamento uomo e Terra entrano in un mondo nuovo per sperimentare l’animazione: diventano cioè portatori di luce nelle fasce energetiche della galassia che hanno tale necessità.

La consapevolezza acquisita dà tale facoltà.

La coscienza solare diventa normale attributo perché Terra e Uomo si sono integrati, concependolo, in un sistema non chiuso a se stesso ma aperto all’universo. 

Terra e uomo vedevano questo sistema chiuso perché limitati in un relativo (fisico che deve ascendere verso la spiritualità) che doveva fornire le necessarie indicazioni ed esperienze per favorire il passaggio creandone i presupposti.

Indubbiamente il compito (ed il ruolo) della Terra è diverso rispetto all’uomo. Ma ciò che conta è la coscienza solare che li accomuna e che permette di svolgere compiti ed azioni in modo sincrono perché nella consapevolezza del loro essere. Sono entrati a far parte del flusso cosmico che anima e vitalizza e devono ora apprendere l’insegnamento diretto che consente di essere animatori: portatori di Luce per distribuire Amore con Saggezza.

Affrontare con serenità le proprie paure e tutta quella parte di sé che si è seppellito (anche involontariamente ed inconsciamente, creando il primo velo) è indispensabile non solo per aprire una porta invisibile (perché energetica), ma anche per cominciare ad entrare consapevolmente nel nuovo senza abbandonare il corpo a se stesso.

Il corpo va aiutato nel senso che bisogna offrirgli spunti che lo portino ad ampliare la sua dimensione da fisica a spaziale. E questo va fatto senza tirarsi indietro dal ricercare ed affrontare ciò che prima si è nascosto o celato alla propria coscienza; abbassando così il primo velo.

La sensibilità dell’uomo cambia in funzione di come concepisce. I suoi sensi sono la risultanza di uno stato d’essere; di un modo d’essere che, se limitato alla esteriorità e basta, non può produrre ciò che invece occorre per aderire ad un processo che permette l’ascensione perché ne concepisce la ragione.

Ascendere non deve restare un termine, una parola vaga, enigmatica e persino consolatoria perché rifugio ad aspettative che non si sono risolte nel modo in cui si sarebbe voluto. Ascendere deve rappresentare il traguardo da cogliere, la meta da realizzare: la presa di possesso dell’anima lasciandosi abbracciare dall’anima.

E questo deve accadere in modo chiaro, naturale e persino fisico per ciò che il fisico va a diventare.

La spazialità è:

requisito di una coscienza matura che è riuscita a superare i confini che una coscienza energetica materiale imponeva e presupponeva;

attributo indispensabile per trasferirsi movendosi, sapendosi muovere, dove è necessario essere, ed in primis con la Terra nella nuova Terra;

perdita di individualità perché l’ego abbassa le proprie barriere e riesce ad abbracciare l’altro, il diverso, quel flusso energetico a cui involontariamente ci si contrappone perché se ne ignora persino l’esistenza.

Spazialità significa anche acquisire una coscienza adeguata, energetica e di immortalità. 

Il che consente di superare e vincere la paura poiché oltre la morte fisica ed il limite che la stessa impone.

Per viaggiare nello spazio bisogna saperlo fare.

La necessaria capacità si acquisisce solo sapendo accedere al proprio spazio interiore. Sapendovi accedere sempre e con coscienza.

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