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Luce riflessa

7 gennaio 2005

Prendere e dare sono due aspetti di un unico contesto. Si prende ciò che necessita e si cede il di più per avere un equo benessere. Un benessere naturale dove non c’è ancora l’appagamento psicologico da soddisfare anche in termini materiali.

La sobrietà rende leggeri e duttili e non appesantendo fa sì che non si sprechino energie per smaltire ciò che si potrebbe accumulare in eccesso.

La trasformazione energetica è un processo di assimilazione lento e costante basato sull’ assorbimento tramite interscambio: si prende e si da. Si prende in base al bisogno e si da ciò che si scarta.

La cessione quindi avviene in maniera automatica ed involontaria e basata sull’espulsione del superfluo.

Quando la trasformazione è forzata subentrano fattori che vanno ad intaccare un equilibrio per cercare di crearne un altro, producendo spesso effetti non voluti perché si va ad inficiare una certa dinamica in modo improprio. E questo fa sì che si verifichino conseguenze a livello anche profondo, per esempio nel magnetismo nucleare, con conseguente scissione incontrollata perché nella fattispecie si va a cedere qualcosa di necessario.

Entrare nell’ambito dell’energia sottile e conoscerne i valori, ed il modo in cui poter operare per produrre volontariamente trasformazioni, è un tipo di sperimentazione in cui occorre procedere con la cautela. Avendo la massima cura nel fare attenzione che qualunque cosa si tocchi avrà una ripercussione.

C’è un ordine naturale che è meglio non contrastare perché, regolatore di sistemi molto complessi, non può che produrre danni se viene intaccato.

Se per esempio il Sole potesse essere aumentato o diminuito di intensità e quindi alterato nella erogazione di energia che produce, è evidente che le conseguenze coinvolgerebbero l’intero sistema che proprio nel Sole ha il suo riferimento. Questo per fortuna non è semplice da attuare e chi potrebbe provarci non ha certo  tale necessità.

Dovendo però sperimentare la trasformazione energetica, e dovendolo fare per acquisire la giusta capacità in interventi di ordine pratico, è naturale che bisogna pur provare. E per provare bisogna anche avere una adeguata preparazione.

Essere preparati in tema di energia sottile significa conoscere le leggi che regolano e reggono una struttura a cui soggiace la materia come forma fisica e come elementi che la costituiscono caratterizzandola anche.

La struttura dell’uomo fisico racchiude in sé un grande segreto: la capacità della trasformazione. La capacità cioè di trasmutare se stesso adeguandosi all’ambiente; anche quando questo non ha le caratteristiche della fisicità. Anche quando questo è completamente nuovo riguardo ad aspettative e bisogni perché traccia un nuovo modo di essere. Il modo di essere completamente se stessi in spirito, carne e capacità.

Nell’identificazione nella carne il processo evolutivo subisce i dettami dell’appartenenza ad una razza e ad una nazione, ovvie conclusioni queste di cicli di adattamento e di stabilità.

Quando questo processo sembra poter produrre benefici duraturi è altrettanto ovvio che debba subire rivoluzionamenti se si vuole che l’omogeneità sia alla base di tutto senza generare privilegi e preclusioni.

Ma l’adattamento alla carne con la conseguente identificazione nella stessa è solo propiziatorio verso ben più ampi orizzonti; orizzonti che vanno oltre la semplice fisicità e pertanto oltre la forma e la visione fisica soltanto.

Produrre un cambiamento comporta un innesto. E questo può essere dato da un’altra razza. Il che non esclude che debba o possa essere solo terrestre.

In tutto ciò la logica, e la filosofia prodotta da una evoluzione che si basa sulla carne e pone i valori dello spirito oltre la stessa, non può produrre niente di nuovo. Il cane che si morde la coda inseguendo se stesso.

Vero è invece che per inseminare bisogna che ci sia terreno fertile capace del germoglio e del risveglio dell’anima.

Inseminazione e germoglio sono il potenziale che la fisicità possiede già a livello sub atomico, in quella struttura portante alla quale il fisico fa riferimento adattandosi ed identificandosi in ciò che gli viene proposto a guisa di insegnamento sottile. 

Al pari dello spirito che l’uomo ripone oltre se stesso, il corpo ha in questa struttura eterica ed energetica il suo spirito; e vi ripone le sue aspettative di crescita spirituale che, anche se non identiche a quelle umane, rappresentano il top per dare al corpo un nuovo mondo. Per supportare l’uomo nuovo che si trasforma perché inseminato da una nuova razza; quella dell’anima extraterrestre. Anima che, oltre la fisicità convenzionale nota come carne, non può risiedere nella stessa fin tanto che non avviene la trasmutazione.

Ed è anche corretto dire che la trasmutazione avviene proprio per la coincidente metamorfosi, e nella carne stessa, e nell’uomo inseminato dall’anima.

La nuova razza, l’uomo nuovo figlio diretto dell’anima perché novello germoglio dell’innesto (ed esso stesso anima cha da sé trae spunto per identificarsi nell’essere superiore che è già in una dimensione diversa, quella per l’appunto che lo contiene e dove può avvenire la trasmutazione) che si affaccia sulla Terra, è quanto di meglio possa esistere in condizione di quinta dimensione.

Concepita e raggiunta l’immortalità, questa razza si affaccia con diritto in un mondo dove la fratellanza è emblema che accomuna e rende liberi. Liberi di essere se stessi in accordo ed armonia con le leggi che regolano l’universo termodinamico, magneto cosmico e etero gravitazionale dove la profondità raggiungibile dipende dalla frequenza percepibile.

Addentrandosi in quest’ambito cambia lo spettro della vibrazione perché la luce è coerente senza la necessità di autoesaminarsi disgiuntamente in quelle che poi sono terza e quarta dimensione; così da avere caratteristiche fisiche nella terza ed eteriche nella quarta.

Il ricongiungimento della luce è in effetti il punto di svolta, ed in funzione di ciò le leggi che regolano il mondo unificato non possono essere quelle fisiche né quelle sub atomiche, anche se queste ultime sembrano possedere la capacità della coerenza in talune applicazioni.

 

Lo scopo della luce è quello di brillare; di brillare di luce propria e non riflessa. E a questo proposito la sperimentazione attraverso la conoscenza deve produrre la metamorfosi, quella trasmutazione che rende la luce consapevole del suo ruolo in un corpo che sa sostenerla perché a sua volta concepisce d’essere luce, energia in grado di adattarsi ad ogni ambiente perché capace di farlo e non carne che vive solo di luce riflessa. Riflessa e per di più filtrata da una coscienza, quella umana, che oltre a condizionarla (la carne), la impaurisce continuamente non essendo riuscita essa stessa a superare la paura della morte. Né a conseguire la certezza nell’aldilà.

 

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