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Il terzo uomo

7 marzo 2005

 

Dentro l’uomo c’è un terzo uomo. Oltre l’uomo fisico e l’uomo energetico c’è il terzo uomo, il controllore: chi da il via libera alla unificazione poiché ogni parte è pronta.

Certamente il controllore, visto che questa è la sua funzione, non può dare il via libera al processo di unificazione se prima non si verificano le condizioni necessarie. Sarebbe come immettere, suo malgrado, qualcuno in un ambiente non idoneo ed addirittura nocivo.

La peculiarità del controllore è la reintegrazione. E cioè fare in modo che tutto ciò che è diverso rientri nell’unità che lo compone.

Uomo fisico ed uomo energetico, volendo attribuire al primo il tempo della sua permanenza sulla Terra ed al secondo la continuità di più esistenze in un piano energetico più sottile (dove comunque risiede anche quando l’uomo fisico è vivo sulla Terra), non si conoscono reciprocamente perché non c’è un contatto coerente e consapevole tra la dimensione fisica e quella eterica.

Già parlare di contemporaneità di vita su due piani dell’esistenza. Quello fisico e quello eterico, presenta notevolissime difficoltà di concettualizzazione perché al di fuori della logica dettata dalla percezione e dalla esperienza. Infatti l’uomo ripone le sue aspettative ultrafisiche in una ipotesi non verificata che esista un aldilà che lo ospiti una volta cessata l’esistenza terrena.

La verifica a titolo personale per l’uomo non esiste ancora, ed egli lascia questa responsabilità ad altri per doverne prendere coscienza attraverso una atto di fiducia e non di comprovata certezza.

Del resto però l’uomo energetico, mentre l’uomo fisico vive sulla Terra, esiste contemporaneamente e questo permette (all’uomo fisico) non solo di essere vivo perché fruisce di un’energia che ha capacità di alimentarlo a livello sottile, ma anche la possibilità di constatare direttamente che il suo essere non si riduce a mera presenza fisica ed è ben altro. Ben altro e molto di più rispetto a ciò che la caducità della vita terrena sembra volere imporre.

L’uomo è, in aggiunta all’energia fisica di cui è composto, anche un essere eterico ma di questo manca la consapevolezza.

La netta scissione, a livello di coscienza, che esiste tra uomo fisico ed uomo eterico è determinata da una continuità di insegnamento che non fa prendere in considerazione l’unità dell’uomo e, quando cerca di farlo, pone tale realizzazione attraverso la trascendenza non curando l’unificazione.

Evitando di coinvolgere direttamente il corpo fisico (la carne) nel processo di identificazione per presa di coscienza di un piano in cui l’uomo fisico è già inglobato come essere e presenza, si ritarda il processo di spiritualizzazione della materia. E questo non consente al controllore di dare il via libera al processo di trasmutazione.

Chi gestisce le fila della reintegrazione non è certamente l’uomo fisico, né tanto meno l’energia uomo che opera nell’eterico e che è sempre vincolata ai dettami della luce condizionata dal tempo mentre opera nello spazio (visto che comunque tale è il piano dove l’uomo si trova per approfondire proprio questa qualità del suo essere).  È il controllore, l’uomo in uno stadio già unificato che è già realtà contemporanea da conclamare attraverso presa di coscienza.

Ciò su cui bisogna accentrare l’attenzione è che contemporaneità non vuol dire tempi uguali di esposizione ed immagazzinamento dell’esperienza vita vissuta nei relativi piani. Se così fosse si tratterebbe già di reintegrazione, cosa questa che prevede la coscienza vigile in questa contemporaneità dove l’uomo sa perfettamente di essere vivo ed agire sul piano fisico, su quello eterico e su quello animico dove l’unificazione consente di addentrarsi sempre più nei reami della consapevolezza per acquisire in sé la realtà.

Il controllore, che è poi sintesi del processo di unificazione avvenuta, è in un piano della realtà dove (se vogliamo) l’uomo può entrare solo se fa sua la (sua) controparte energetica così da essere capace e presente sia sul piano fisico sia su quello eterico per coerentemente condurre azioni in linea e sintonia con quanto l’essere uomo (già integrato su un piano evolutivo che si muove in modo generale e non per l’affermazione di sé) prevede.

Ovvio che questo esiste già nel piano in cui il controllore opera: sta operando per far sì che la materia si spiritualizzi e l’uomo prenda coscienza del suo stato naturale di unità acquisendo la capacità che ne deriva.

Dire “esiste già ma si sta operando per far sì che esista” è una aperta contraddizione, ma solo apparente. Infatti bisogna cogliere gli schemi in cui ci si muove.

Mentre uomo fisico ed uomo energetico sono relativizzati in dimensioni esperenziali di apprendimento dell’unità, il controllore è l’unità e questo determina il perché il suo lavoro, che è di insieme, non può essere ben concepito da chi sta apprendendo fino a che non avviene l’unificazione.

L’identificazione dell’uomo nel suo essere immortale rappresenta la svolta, il pass che consente l’ ingresso.

Per l’uomo fisico il suo essere immortale è il suo essere energetico che vivendo già oltre la fisicità sta sperimentando la continuità dell’immortalità (continuità perché ancora soggetto al tempo anche se non ha le caratteristiche che regolano la fisicità).

Ecco che allora la consapevolezza del controllore può essere trasmessa ai controllati solo quando gli stessi sono pronti perché ne fanno richiesta. E se ne fanno richiesta hanno capito qual è il fine verso cui sono predisposti.

Il lavoro del controllore, consapevole dell’unità della luce la quale sta sperimentando in quanto sua emanazione per realizzare un dato progetto, è quello di far concepire tale consapevolezza ad ogni parte di sé, anche e maggiormente a quelle che in fase sperimentativa devono avvallare che l’unità può essere accertata solo attraverso la separazione.

Dire pertanto che per il controllore tutto questo esiste già proprio perché il suo lavoro ne permette la possibilità non è un non senso se chi sta operando, il controllore, ha consapevolezza del suo stato tant’è che si adopera per dimostrarlo agli elementi che dipendenti dalla luce devono acquisire capacità del loro stato neutro non vincolato ad alcunché di fisico o di eterico.

Sullo stato neutro dell’energia c’è tutto un discorso a sé.

Basti pensare a ciò che succede all’uomo quando raggiunge uno stato di vuoto mentale che in automatico lo interconnette con frequenze diverse dove la realtà è diversa. Così come diversa è la mente perché, divenendo strumento del controllore, può agire seguendo input di natura particolare che fanno da propulsore per l’attivazione di una energia sottile che investe il corpo trasformandolo.

Sulla mente, sulla nuova mente dell’uomo nuovo l’umanità si gioca una grossa partita.

E infatti, se l’uomo riesce a superare i limiti energetici che gli impediscono l’identificazione col suo essere immortale, può entrare in modo completo in un diverso contesto energetico che lo transita in una nuova condizione dove ci si adopera per la spiritualizzazione cosciente delle coscienze dando a tutti (a tutto, anche alla materia) la possibilità di essere se stessi per capire cosa si è.

 

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