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Verso dove si va

17 febbraio 2005

 

Per specificare meglio verso dove si va ed il modo in cui questo avviene si può ricorrere ad un artifizio. Far finta che sia già avvenuto; che il passaggio dimensionale ci sia già stato e che ci si ritrovi in una condizione equiparabile a quella dell’uomo dopo morto. A quella dell’uomo che non ha ancora capito di essere vivo dopo la dipartita dal corpo e che per questo tende ad aggrapparsi a parametri fisici non più percorribili data la sua nuova condizione.

A questo punto occorre anche considerare quanto siano importanti preparazione e coscienza maturate in Terra perchè sono proprio queste che fanno da ago della bilancia.

Rincorrere fantasmi fisici in carne ed ossa non serve perché risiedono in un’altra condizione di vita; una dimensione che non ha valore per chi deve, su nuove basi, approntare una nuova vita.

Però questo va capito e superato. L’alternativa infatti è creare una posizione di stallo dove il corpo fisico non c’è più e nemmeno quello eterico perché ci si rifiuta di prenderne possesso non conoscendolo ancora.

La posizione di stallo, una volta utile e necessaria per preparare a riaffrontare la vita sulla Terra, ora è nociva e molto ingombrante; al punto da non potere essere mantenuta. Anche perché, venendo meno il supporto magnetico della Terra che si riposiziona su valori diversi e quindi non più idonei a mantenere lo stato eterico entro certe frequenze vibrazionali, non è più possibile stazionare in attesa di poter comprendere meglio per poi agire.

Muta il tempo ed il nuovo ciclo parte facendolo in modo netto come consapevolezza. 

Ciò che resta come inconscio viene riesumato (totalmente perchè il nuovo ciclo di vita non avrà bisogno di questi riferimenti a livello collettivo) e quindi dissolto tramite assestamenti di natura fisica che cancellano anche questa zona dell’eterico così che in seguito possa riformarsi partendo da zero; per esprimere ciò che il nuovo ciclo consente e permette a livello di esperienza sulla Terra.

La coscienza viene uniformata ad agire con l’ambiente e pertanto, senza traumi e condizioni dolorose a livello psicologico, la Terra riparte per conquistare valori e concetti più alti della esistenza. Per concepire meglio la quarta dimensione facendone parte attiva senza più subirla come tempo incombente sulla fisicità poiché la (nuova) fisicità trasformata ha in sé i requisiti per adattarsi bene al nuovo ambiente che la Terra fisica va a modellare per le proprie esigenze fisiche e spirituali.

Questo a livello di coscienza perchè parlando invece di consapevolezza le cose cambiano. Chi ha maturato in terra le sue opportune ed appropriate esperienze atte a concepire l’immortalità come pilastro portante dell’esistenza può dissolversi in una nuova e radicale condizione di vita.

Dissolversi perchè del vecchio non resta più niente. 

Il suo vecchio mondo non ha più consistenza e viene indirizzato a percorrere la via oltre la forma e le apparenze. Oltre la duttilità degli elementi e delle loro aggregazioni energetiche e sottili.

Si va dall’altra parte. Si entra a far parte di una dimensione la cui natura trae origine da una zona dell’universo inaccessibile all’uomo ed all’animo umano se non reintegrato nell’unità che accomuna tutto in un'unica totale fratellanza divina e cosmica.

Basti pensare alla mancanza di dualità per rendersi conto del modo in cui cambia la vita e tutto ciò che concerne in seno al suo essere.

Mancanza di dualità anche come unità di espressione sempre coerente con l’intento che non è sperimentativo ma realizzativo.

I campi dell’essere variano a seconda di ciò che si intende realizzare.

Il tipo di vita terrestre è basato sulla forma legata all’ambiente, ma si può anche considerare l’ambiente in cui la “forma Terra” si muove ed esprime.

La conseguenza uomo è una forma di vita evoluta per la Terra, ma non lo è per lo spazio; per quello che è l’ambiente naturale della Terra.

L’uomo è la conseguenza di una coscienza capace di autoesplorarsi per comprendere di cosa è fatta, coscienza che prima di arrivare ad una solida conclusione spaziale deve accertare come questa le sia indispensabile per potersi muovere in ambito galattico.

E deve farlo, la coscienza deve arrivare alla sua conclusione “imprigionata” in un ambiente per lei coercitivo ma che tramite lei si rende conto a sua volta di avere una coscienza capace di evolvere e svilupparsi per concepire chi è.

Sembra un ricominciare sempre da capo e per certi versi lo è. Però occorre considerare bene le basi su cui si ricomincia che sono sempre e puntualmente più profonde poiché il processo di spiritualizzazione della materia procede. Proprio per concepire che non c’è necessità o obbligatorietà che la materia esiste per potere essere. 

Questo è solo un aspetto sperimentativo limitato ad una zona della galassia dove la coscienza deve affrontare l’aspetto duale di essere luce; particella ed energia. Per rendersi conto, constatandolo, che anche la particella è energia che, concepitolo, può fondersi con la sua controparte eterica. E può farlo poiché (e solo se) è in linea e pronta (in questo modo) ad affrontare la vita e viverla su basi immortali.

Riprendere possesso dell’unità di ciò che si è dopo aver sperimentato la dualità per concepirlo è lasciapassare idoneo per far parte di una scuola di apprendimento che istruisce sull’Amore basato sulla datività totale ed assoluta. Datività che non si pone minimamente alcun problema di reciprocità e lascia tale compito alla coscienza di chi, attratto dalla luce nel suo viaggio per concepire la vita, ne può far uso solo in funzione della sua coscienza, filtro tra morte ed immortalità.

In modo idoneo dunque, se ci si prepara a concepire prima e per tempo, si entra a far parte di una astronave di luce che ha il compito di realizzare progetti di apertura delle coscienze per un loro innalzamento verso l’unicità della vita.

L’equipaggio dell’astronave è sempre in linea col principio dativo che fa accorrere tempestivamente quando ogni singolo è pronto. 

Periodicamente invece l’intera astronave accorre quando la Terra è pronta per un suo passaggio di coscienza perché ha maturato giusta esperienza.

 

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