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I tempi coincidono

 

19 dicembre 2006

 

I tempi coincidono, mettiamola così. Coincidono perché chi è nel futuro conosce esattamente i tempi già passati; anche se futuro però deve voler dire altra dimensione.

 

Cos’è la morte, cos’è l’aldilà? Non è la vita stessa che prosegue, quindi futuro di chi non c'è più ma è parimenti presente in un’altra dimensione, in diversa condizione? Ma proprio questo è il punto. Capire che futuro è anche quella parte di presente che sfugge perché celata dietro il velo della luce oscura, la cortina che separa le dimensioni rendendole autonome pur se collegate. Presente più lontano, ma sempre presente, che a maggior ragione sfugge quando addirittura riguarda quella parte di sé immobile perché attiva dove la coscienza cessa ed il movimento scompare. Dove la vita è in sé e non ci sono, perché non occorrono, movimenti per dimostrarlo; dove tutto è sempre se stesso con ogni e qualunque possibile potenzialità. Futuro immobile poiché presente che contempla se stesso e così facendo gode.

 

Questo stato di quiete assoluta e di abbandono definibile eternità senza tempo rappresenta la meta che esiste sempre, qui ed ora, e che ognuno coglie se riassorbe la proiezione per cui è.

 

Perché si è? Per dar modo alla coscienza di capire chi è.

Chi si è? Consapevolezza che per essere tale deve acquisire coscienza e capacità.

Dove si va? In nessun luogo, si è sempre qua, tra le dimensioni e l’eternità.



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